mercoledì 4 giugno 2014

BLOG TOUR GDR: Cacciatori di Ombre - Julia Sienna TREDICESIMA TAPPA


Hola, Mysamigos!
Oggi è stata una giornata piuttosto produttiva. Ho decorato ben 50 ventagli per un matrimonio.
Non maledirò mai abbastanza mia madre perché si vanta in giro delle mie doti da bricolage. XD
Comunque, benvenuti nella Tredicesima Tappa del Blog Tour dedicato a Cacciatori di Ombre, secondo capitolo della saga The Dark Hunt di Julia Sienna! (Nel caso vi siate persi le puntate precedenti XD)
Siamo quasi arrivati alla fine di questo percorso. Domani ci sarà la premiazione del vincitore. Oggi, invece, ci spetta un brano inedito, scritto appositamente da Julia per il Blog Tour!
E vi avverto: stiamo parlando di Julia Sienna alla quale è stata data totale libertà di esprimersi. Aspettatevi l'impossibile.

*Rullo di tamburi* *Squilli di trombe* *Angioletti allegri che battono le mani e cantano alleluja* Here we go!

Il respiro lento del Condottiero Oscuro scandiva il tempo in modo sinistro all'interno della grande sala. Ci siamo quasi. La sua mano si abbassò, facendo contorcere la fiamma della lanterna. Il piccolo lume a olio riusciva a stento a vincere le tenebre della fortezza, tramutando l'immensa stanza in un limbo lattiginoso di figure grigie e confuse.
Dobbiamo solo aspettare. Al suo fianco, l'ombra nera dello Straziatore era in attesa, gli occhi invisibili fissi alla sfera che giaceva sul lungo tavolo. Non un fiato animava quella presenza infernale, non un suono, quasi sotto quel mantello non vi fosse alcun essere vivente.
Urgor lanciò uno sguardo veloce al compagno, prima di riportare l'attenzione alla sfera. Il Padrone li aveva convocati, era questione di istanti e si sarebbe palesato.
Un lieve lucore cremisi brillò nelle profondità del cristallo.
Eccolo, è arrivato.


Lo Straziatore emise un solo basso ringhio, accogliendo con un sospiro la comparsa della luce. Non capiva perché il Padrone lo avesse convocato insieme all'Umano. Loro potevano comunicare senza l'ausilio di nessuna apparecchiatura. Loro erano uniti da un legame molto più profondo di qualsiasi altro: Draug poteva disporre della sua mente e dei suoi pensieri.
Strinse gli artigli di acciaio. Non gli restava che aspettare per comprendere.

La luce si fece più intensa, ruggì all'interno della sfera fino a illuminare di riflessi sanguigni l'intera sala.
Amici miei.
Urgor si strinse nelle vesti, lasciando che la voce di Draug risuonasse nel suo torace come il rimbombo di un tuono lontano. «Signore» si prostrò.
Lo Straziatore fece un breve inchino, salutando mentalmente il suo Padrone.
Vi ho chiamati perché è giunto il momento di agire, ma... ho bisogno di voi per ultimare questa nuova formula. È finito.
«Cosa, mio signore?» domandò Urgor, sorpreso.
È finito.
Lo Straziatore comprese, facendo un breve cenno.
Senza la sua energia non posso ultimare... devo averlo.
Urgor annuì. «S-signore, ma come possiamo recuperarlo ora, con la guerra alle porte? Non è un viaggio semplice, il luogo ben presidiato da forze magiche potentissime... non credo che i Kaad riusciranno nell'impresa. Li scoprirebbero subito.»
Per questo ho chiamato voi.
Per la prima volta nella loro vita, Urgor e lo Straziatore si fissarono, insolitamente sorpresi.
«Noi?» ripeterono all'unisono.
Sì, solo voi potete riuscirci. Conto sulla vostra rapidità e abilità magica. Deve essere mio. Nulla lo può eguagliare, nulla di questo mondo.
Urgor fece per ribattere, ma la luce cremisi vacillò.
Deve essere mio.
Le ombre rosse si contorsero, sempre più deboli.
Mio.
Un ultimo sibilo e il Padrone scomparve, lasciando ricalare la sala nelle tenebre.
Il Condottiero Oscuro si volse verso lo Straziatore. I suoi occhi chiari sembravano turbati. «E ora cosa facciamo?»
Il cappuccio vuoto della creatura si inclinò appena di lato. «Andiamo a prenderlo.»

Il portale di smaterializzazione, un grande arco di metallo nero, palpitava di scariche verdastre, illuminando la sala con la sua luce pallida. Uno scudo di energia si tendeva tra pilastri del portale come una ragnatela, oscurando alla vista ciò che si trovava oltre.
«Ci porterà nel luogo esatto?» La voce infernale dello Straziatore sovrastò il ronzio dello smaterializzatore.
Urgor annuì. «L'ho regolato per materializzarci all'interno della fortificazione. Non ci resta che andare.»
Il lieve sibilo dello Straziatore anticipò il rumore dei suoi passi sulla pietra. Urgor lo affiancò e insieme si portarono davanti al velo di energia.
Avanzarono ancora per poi svanire in un lampo di luce verde.
Il vortice comparve nella penombra, turbinando per qualche istante prima di restituire le immagini grottesche dei due viaggiatori.
Lo Straziatore appoggiò il primo passo sulla superficie liscia e levigata della pavimentazione, respirando l'aria pungente dei sotterranei.
La luce penetrava a stento da quelle che sembravano strette feritoie, poste sul soffitto dell'antro.
Urgor studiò con attenzione gli strani simboli dipinti sulla pavimentazione, le lunghe linee bianche che si perdevano nelle viscere della terra. Erano arrivati. «Ci siamo, dobbiamo solo seguire i segni e stare attenti agli occhi magici.»
Lo Straziatore annuì, sollevando lo sguardo alle piccole luci ammiccanti che si celavano negli angoli più bui. «Sembrano distratti, ma per sicurezza...» Un'onda d'urto si propagò dalle sue mani d'acciaio spegnendo quei piccoli occhi rossi, insieme alle poche luci artificiali che rischiaravano l'ambiente.
A passo spedito, i due si fecero strada per il corridoio principale di quel labirinto di antri e pilastri grigi, aiutati dalla misera luce di un piccolo globo azzurrino. Le sagome scure di molti mostri di metallo riposavano nelle nicchie più buie, alcuni davano segni di vita, facendo risplendere i loro occhi di fuoco, altri tacevano. Altri ancora, più lontani, rombavano e stridevano in un sinistro respiro di meccanismi e fiamme. Sapevano che non li avrebbero attaccati.
Urgor indicò la linea bianca che serpeggiava verso una parete di metallo lucido. «L'elevatore è di fronte a noi. Ci penso io.»
Un gesto del mago e le porte metalliche si spalancarono, rivelando l'angusto spazio conteso tra le pareti riflettenti.
«Non ho mai tollerato questo posto» commentò lo Straziatore, mentre i suoi artigli sfioravano la superficie gelida dell'elevatore.
La magia si attivò, chiudendo prima le porte e poi facendo scivolare verso l'alto la capsula del macchinario.
Le porte metalliche si spalancarono di nuovo, colpendo i due intrusi con un'insolita e potente luce.
«Cosa dannazione?» sibilò lo Straziatore, proteggendosi dall'onda di colori e suoni.
Urgor ringhiò, cercando di vincere l'abbaglio. «Credo ci sia stato un errore di programmazione del portale...»
Si abituarono alla luce, rendendosi conto di trovarsi in una sala spaziosa ricolma di gente indaffarata. La luce del sole pioveva da un grande lucernaio di vetro, sotto il quale, al centro della sala, riposava una grande fioriera ricolma di fiori profumati.
«Pare sia giorno qui» concluse Urgor.
Lo Straziatore sospirò. «Lo è certamente.»
«Deve essere andato storto qualcosa nella determinazione del luogo di comparizione... eppure il parallasse di materializzazione era corretto, non comprendo... dovevamo comparire di notte.»
«Odio viaggiare nel tempo.» Lo Straziatore sospirò ancora. «Proseguiamo e facciamola finita. Non sembrano così diversi da noi.»
Stringendosi nelle spalle, Urgor seguì il compagno sulla pavimentazione di marmi lucidi.
Al loro comparire, la gente si volse nella loro direzione lasciando quasi cadere a terra per lo stupore i pacchi e le borse che trasportavano.
«Ehi mamma, c'è il raduno di Star Wars!» esclamò un bambino, tirando per la mano la madre. Il piccolo indice puntato ai due sconosciuti.
La donna scrutò i due uomini travestiti avanzare verso il centro della hall. «Eh sì, devono essere l'Imperatore e una delle guardie imperiali...»
«Chissà dove sono gli altri, vorrei vedere Han Solo e Chube!» continuò il bambino lasciandosi trascinare via dalla donna.
Urgor si avvicinò appena allo Straziatore. «Non sembrano temerci, meglio così.»
L'essere oscuro si lasciò sfuggire un lamento. «Sento i loro occhi su di noi. A un solo accenno di ostilità...» Gli artigli fremettero.
«Stai calmo, non sono ostili. Devono averci scambiato per qualcuno di conosciuto.»
Un uomo, vestito di una camicia bianca e strani pantaloni corti decorati con fiori, si avvicinò loro. «Troppo avanti, ragazzi! Bellissimi costumi!» Gli scoccò un occhiolino e poi trotterellò lontano, con il suo sacchetto sottobraccio.
«Costumi?» si interrogò lo Straziatore.
«Si vede che nel passato li chiamavano così i mantelli... andiamo e non perdiamoci in idiozie.»
Sollevarono lo sguardo, cercando di capire dove si trovasse il luogo dove era conservata la materia che cercavano.
«Di giorno è così diverso...» commentò Urgor, confuso dal vocìo e dallo sciamare della gente.
Lo Straziatore volse il cappuccio nero verso il primo passante che gli capitò a tiro. «Dove sono conservate le provviste, Umano?»
Il ragazzo sussultò, sorpreso dalla tremenda voce abissale. «Ehi, fratello, mi hai spaventato.» Rise, osservando i due. «Dovete fare provviste? Beh, il supermercato è lì davanti a voi.»
Urgor guardò la grande scritta luminosa, riconoscendo in essa quanto cercavano. «Grazie. Andiamo.»
«Ah di niente... e che la forza sia con voi!»
«Che la forza sia con voi» rispose Urgor, automaticamente.
Il sibilo dello Straziatore sovrastò appena il brusio dei passanti. «Odio gli umani.»
I due entrarono nel grande portale che precedeva l'enorme sala ricolma di scaffali carichi di prodotti di ogni tipo.
«Dovrebbe trovarsi da questa parte...» Urgor fece cenno allo Straziatore di seguirlo.
Si inoltrarono tra le alte scaffalature, percorrendo il dedalo di vie ricolme di strane persone armate di ceste e carrelli metallici, fino a fermarsi di fronte a una sfilza di barattoli in apparenza tutti uguali.
«Sono fagioli.» Lo Straziatore esaminò con la magia una delle scatole, rigirandola tra gli artigli. «Non ci servono fagioli.»
«Continuano a cambiare posto alle cose...» si lamentò, Urgor. Il cappuccio rosso si volse verso un giovane uomo che, seduto sui polpacci, stava sistemando negli scaffali altre scatole. «Quel servo potrebbe aiutarci.»

Il ragazzo canticchiava a bassa voce, mischiando le parole confuse della canzone alle note gracchianti che uscivano dalle sue cuffiette. Altre dieci scatole e avrebbe finito il rifornimento del reparto. A un tratto, sentì un'ombra proiettarsi su di lui. Si volse e, solo per miracolo, non cadde a terra dalla sorpresa. Due occhi di ghiaccio lo fissavano dall'interno di un cappuccio rosso.
«Che la forza sia con voi» esordì Urgor.
Il ragazzo balbettò qualcosa, strappandosi gli auricolari dalle orecchie. «Che la forza sia con voi, signore...» Appoggiate sulle sue gambe, le cuffiette continuavano a gracchiare le note di un assolo metal.
«Cercavamo questo» disse il mago, mostrando un barattolo vuoto.
Il ragazzo lo prese in mano e annuì. «Corsia cinque...»
Urgor sorrise, rimettendo sotto le vesti il barattolo recuperato dal giovane.
Il ragazzo rimase per un istante interdetto a fissare i due uomini travestiti che si allontanavano.
«Ci mancava anche il fandom di Star Wars oggi...»

Urgor e lo Straziatore si fermarono. Davanti a loro una distesa di barattoli dal contenuto dorato.
«Quale prendiamo?»
Urgor si strinse nelle spalle. «Non c'è quello che vuole il Padrone.»
«Cerchiamo meglio» propose lo Straziatore, portandosi all'estremo destro della scaffalatura.
Urgor percorse con lo sguardo tutti i barattoli senza trovare il corrispondente. «Non c'è.»
Un rumore, simile allo spezzarsi di un legno attirò la sua attenzione. Si volse verso lo Straziatore, trovandolo intento a rompere a metà i cartellini che esponevano i prezzi dei barattoli.
Incuriosito si protese verso la creatura, fino a scoprire il cartello che riportava la promozione “Spacca il prezzo a metà fino a giugno!”
«Imbecille, cosa stai facendo?»
Lo Straziatore ringhiò, lasciando cadere a terra i due monconi del cartellino. «Non osare parlarmi così, Umano...»
Urgor sollevò gli occhi al cielo. «Non è il momento per litigare, scegliamone uno e andiamo.»
I due si misero a leggere le etichette, cercando di comprendere la differenza tra la versione “light” , quella “con più gusto” o quella “in offerta speciale”.
«Con questo metodo non risolveremo nulla» soffiò lo Straziatore. «Sondiamoli con la magia per vedere quale corrisponda alla stessa composizione chimica del campione.»
Passarono barattolo dopo barattolo e, alla fine, trovarono una tipologia di barattoli che corrispondeva ai requisiti richiesti.
«Prendilo e andiamo.»
«Forse dovremmo prenderne due...» propose Urgor.
«Io qui non ci torno.» Lo Straziatore si volse, sentendo uno stridere ritmico incedere lento verso di loro. Era una donna anziana con un carrello. Una delle ruote piroettava senza criterio, producendo il fastidioso lamento.
I due si fissarono, sorridendo.

«Il prossimo...» La cassiera sollevò lo sguardo, sbarrando gli occhi per la sorpresa nel ritrovarsi di fronte quei due travestiti con un carrello pieno di barattoli. «Però, ne mangiate di burro di arachidi sul vostro pianeta...»
«Pianeta, quale pianeta, Umana?» si allarmò lo Straziatore.
La gomitata di Urgor lo rabbonì.
La cassiera, senza porre altre domande, iniziò a passare i barattoli sul lettore.
I due attendevano in silenzio, uno di fianco all'altro.
«Sono trecentosessantacinque dollari e sessanta centesimi...»
Urgor prese la borsa che aveva sottratto alla vecchia e ci rovistò fino a estrarne il porta-denaro. Prese una manciata di foglietti e li lanciò sul nastro trasportatore della cassa.
La cassiera li contò e poi gli diede il resto.
Lo Straziatore aveva già riempito le buste e rimesse nel carrello, come aveva visto fare agli altri umani.
«Buona giornata, signori...»
«Che la forza sia con voi» ripose Urgor e si allontanò.

I due ripercorsero la strada che li aveva condotti fino lì a ritroso, ritrovando ben presto il dispositivo elevatore.
Urgor fece per evocare la magia quando una bambina, comparsa dal nulla, premette il bottone che si trovata sullo stipite del portale, accendendolo di una delicata luce azzurra.
L'elevatore aprì le porte ed entrarono, loro, la bambina e due vecchietti, probabilmente i nonni della piccola.
La bambina leccava un grosso gelato, fissando i due sconosciuti.
Le porte si chiusero.
«Noi scendiamo al parcheggio» disse l'uomo anziano, premendo uno dei pulsanti.
I due si limitarono ad annuire.
La bambina continuava a sorridere leccando il gelato, gli occhi fissi sullo Straziatore. «Sei buffo.»
La creatura emise un basso sibilo. Stava per sollevare i suoi artigli, quando l'elevatore si riaprì.
Il buio dei sotterranei li accolse con il suo strano odore di gomma e gas di scarico.
«Oh deve essere andata via la luce» commentò la donna, prima di uscire.
I tre umani lasciarono il dispositivo, lasciando soli il mago e la creatura infernale.
I due uscirono dirigendosi a passi rapidi verso il punto in cui si erano materializzati.
Il carrello strideva a ogni passo, piroettando la ruota in ogni direzione.
Urgor fece un gesto, sollevando la mano dalla maniglia del carrello, e il portale comparve al loro sguardo con la sua rinfrancante luce verdastra.
«E sia chiaro, io qui non ci torno più per del burro di arachidi» grugnì lo Straziatore.
Un istante dopo scomparvero inghiottiti dal vortice di energia.

Ho riso per qualcosa tipo cinque minuti di fila, giusto perché lo sappiate. Ora è il vostro turno! In questa tappa vi chiediamo di scrivere un breve brano in cui fate interagire il personaggio che avete creato seguendo le tappe del blog tour con un personaggio letterario a vostra scelta. Scegliete voi l'ambientazione. Date libero sfogo alla fantasia! Scrivete il brano qui, nei commenti. Ci sono 5 punti per chi partecipa e 10 punti per il brano migliore!

Vi ricordo che nella prossima tappa ci sarà la premiazione del vincitore, ma non disperate! Potete ancora recuperare le tappe precedenti per guadagnare qualche punto extra!

CALENDARIO BLOG TOUR
PRIMA TAPPA - 14 APRILE 
Ambientazioni del Romanzo

SECONDA TAPPA - 17 APRILE 
TEST - Scopri il tuo nome da Hunter

TERZA TAPPA - 22 APRILE 
Identikit dei Personaggi: scopri i tuoi compagni di viaggio

QUARTA TAPPA - 26 APRILE 
Presentazione delle Razze + TEST: a quale razza appartieni? 

QUINTA TAPPA - 30 APRILE 
Julia Sienna secondo Oron Grimford - L'autrice vista dalla sua creatura

SESTA TAPPA - 2 MAGGIO 
Back to the start: I Predatori Oscuri

SETTIMA TAPPA - 8 MAGGIO 
Tutti in libreria - I 5 motivi per cui vale la pena accaparrarsi "Cacciatori di Ombre"

OTTAVA TAPPA - 12 MAGGIO  
Spazio agli eroi - Intervista ad un personaggio a vostra scelta

NONA TAPPA - 15 MAGGIO
 La playlist del romanzo

DECIMA TAPPA - 19 MAGGIO 
Le influenze letterarie dell'autrice

UNDICESIMA TAPPA - 23 MAGGIO 
Il Dream Cast del romanzo

DODICESIMA TAPPA - 28 MAGGIO
I retroscena, la nascita della trilogia e i dietro le quinte del romanzo

TREDICESIMA TAPPA - 4 GIUGNO 
Brano Inedito... fuori dal comune

QUATTORDICESIMA TAPPA - 7 GIUGNO 
Premiazione del vincitore del giveaway e fine del Blog Tour


E con questo, vi saluto, Umani. Appuntamento al 7 Giugno sul blog di Frannie per scoprire chi si è aggiudicato il premio!


4 commenti:

  1. Ok, ci provo ma non prometto di riuscire nell'impresa ç.ç

    Quel giorno era potuta andare per un po' nella città più vicina. Era un po' di tempo che non le capitava di poter passare del tempo da sola a girovagare facendo quel che più le piaceva. Si ricordava ancora l'ultima volta che erano andati tutti assieme con Misha che non la smetteva di farle cambiare il colore dei capelli con il suo 'Lunatica di qui, Lunatica di lì'...da prendere a schiaffi ripetutamente. Neera e Worren provavano a farlo smettere ma più glielo dicevano e più continuava, insomma peggio dei bambini. Fu un disastro completo perchè stava sempre sull'attenti con il cappuccio del mantello ben calcato in testa a causa dei suoi sbalzi d'umore e lanciando occhiatacce a chiunque si avvicinava troppo.
    Sospirò. Ripensandoci si era divertita...un po'.
    Mentre era persa nei suoi pensieri non si era accorta di aver imboccato un vicolo buio e senza uscita, fece per voltarsi ma andò a sbattere contro un uomo altissimo.
    'Mi scusi, non l'avevo vista', disse mentre cercava di superarlo.
    'E secondo te delle misere scuse possono bastare? Tu non sai chi sono io!' gli rispose lo sconosciuto di rimando con un bagliore di collera negli occhi.
    Yeeeee l'ennesimo sclerato, pensò Selian.
    'Hem si, ok...ci si vede eh.' Fece per andarsene ma lui la bloccò mettendosi davanti a lei. 'Tu non hai idea di chi sia io!' tuonò con la sua voce roca e profonda.
    'Si, l'avevi già detto prima...ora se non ti spiace andrei.' Disse alzando agli occhi al cielo provando a spostarlo e finalmente poter abbandonare quel vicolo tetro.
    'Ragazzina, hai davanti a te il Conte!'
    'Il chi?', sgranò gli occhi guardandolo malissimo.
    'Il Conte ho detto!'
    'Oooookay, ora che abbiamo chiarito il tuo status posso andarmene?'
    'Forse non ci siamo capiti, io sono il famosissimo, bellissimo, intelligentissimo e tutta una serie di parole che finiscono in issimo, Conte Dracula!'
    'Ma quale?' chiese lei dubbiosa assottigliando gli occhi scrutandolo.
    'Come quale? Perchè tu quanti Dracula conosci? IO sono l'unico ed inimitabile, ragazzina!'
    'Stai scherzando vero? Con tutti i Dracula che ci sono in giro ci si può riempire una città.'
    'Ero comunemente chiamato Vlad Tepes, principe di Valacchia...'
    'E sisi, la conosco tutta la solfa, dite tutti la stessa cosa.' rispose roteanto gli occhi scocciata, 'Quindi...che Dracula sei?' riprese incalzante.
    'L'unico ed inim...'
    'Si, l'hai già detto, ma quale? Aspetta che ti rinfresco la memoria che è meglio. Il Dracula di Stoker? Della Frost? Magari sei quello dei cereali...o forse era Conte Chocula?...Comunque, quale tra la miriade di Dracula sei tu?' sbottò esasperata.
    Silenzio. Lei vedeva solo le labbra dell'uomo che bisbigliavano qualcosa senza capirne il senso.
    'Puoi parlare più forte?' si avvicinò di qualche passo, ma niente.
    'Alzare un pochino il volume? Che cavolo i principi ungheresi non erano dotati della valvolina del volume per la voce? Eh si che la dovevi avere alta per impartire ordini.'
    Si avvicinò di qualche altro passo e si accorse che era sbiancato, aveva gli occhi leggermente spalancati e continuava a farfugliare. Si avvicinò ancora un po' e lo sentì.
    'Unico ed inimitabile, unico ed inimitabile, unico ed inimitabile, unicoedinimitabiile, unicoedinimitabile, unicoedinimitabile...'
    'Hem si, io vado eh. Ci si becca in giro'. Selian lo superò senza voltarsi indietro.
    'Tzè, se fosse stato il Vlad della Frost mi sarei scoperta il collo senza tante cerimonie. Sempre io incontro quelli strani ' e così dicendo tornò verso le vetrine per riprendere il suo shopping salutare, prima tappa: libreria!

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  2. Davvero?*^* Menomaaaaaaale, non sapevo chi accidenti prendere, questa povera Selian l'ho fatta incappare in tutti nemmeno fosse un incontro tra personaggi di libri ç.ç
    Sicuramente anche lei come On si sarà chiesta "Perchè io?" XD

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  3. Concordo, carinissimo! *-* Sì, sicuramente il "ma perché io?" è d'obbligo XD

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