giovedì 20 marzo 2014

The Importance of Being #9 - Arthur Conan Doyle



Buonsalve, miei cari amici!
Vi ho lasciato in una lunga vacanza, ma ora è arrivato il momento di tornare al nostro appuntamento con The Importance of Being! Questa volta si parla di...


Ma io volevo guardare Sherlock ç_ç

Chissenefrega :D Allora, oggi si parla di....


*occhioni da cucciolo*

Ti ignoroooo.


*OCCHIONI DA CUCCIOLO*

*sospira* Oggi si parla di Sir Arthur Conan Doyle.

*____* I WON.



Solo io noto una somiglianza
con Jude Law che interpreta Watson?
Sir Arthur Conan Doyle nasce a Edimburgo (Scozia) il giorno 22 maggio 1859. Di origini inglesi per parte di padre, discende da parte di madre da una famiglia irlandese di antica nobiltà. Il giovane Arthur inizia i suoi studi prima presso una scuola della sua città, poi alla Hodder Preparatory School, nel Lancashire. I suoi studi più importanti proseguono in Austria presso lo Stonyhurst Jesuit College, scuola cattolica gestita dai Gesuiti nei pressi di Clitheroe, e quindi all'Università di Edimburgo nel 1876, dove nel 1885 consgue la laurea in medicina.

Questa vita inizia in modo troppo normale. Insomma. E' CONAN DOYLE. DOV'E' IL SANGUE E IL MISTERO?

Di questo periodo è la sua prima opera "Il mistero di Sasassa Valley" (1879), racconto del terrore venduto al Chambers Journal; in campo scientifico e professionale, nello stesso periodo, pubblica il suo primo articolo medico, relativo a un sedativo che sperimenta su di sé.

Ah. Ecco, ora iniziamo a ragionare.
L'unico a non avere un inizio infausto e si tratta come un topolino da laboratorio.

Nel 1881 Arthur Conan Doyle ottiene il Master in Chirurgia: inizia così a lavorare presso l'ospedale di Edimburgo, dove conosce il dottor Joseph Bell, di cui per un breve periodo, prima di laurearsi, diviene assistente. Il brillante e freddo dottor Bell, con il suo metodo scientifico e le sue abilità deduttive, ispirerà a Doyle il fortunato personaggio di Sherlock Holmes, che ha così, almeno nelle origini, un legame con il
medical thriller.

Insomma, prendi Dottor House, che è ispirato a Sherlock Holmes.
Sherlock Holmes è, invece, ispirato a una specie di Dottor House.

Holmesception.

Dopo gli studi Conan Doyle si imbarca su una baleniera come medico di bordo, trascorrendo molti mesi Proprio in questo periodo Doyle comincia a scrivere le avventure di Holmes: in breve le storie di questo personaggio iniziano ad riscontrare discreto successo presso il pubblico britannico.
Fiero del suo baffo.
nell'Oceano Atlantico e in Africa. Torna in Inghilterra e apre con scarso successo uno studio medico nel Southsea, sobborgo di Portsmouth.


Messaggio del karma a Doyle: lascia perdere la professione di medico. Ti ho fatto prendere la laurea solo perché così le tue storie sarebbero state più verosimili.

FILA A SCRIVERE SHERLOCK.

Il primo romanzo del noto detective è "Uno studio in rosso", del 1887, pubblicato sullo Strand Magazine: nel romanzo il narratore è il buon Dottor Watson - che in un certo senso rappresenta l'autore stesso - presenta Holmes e la sottile scienza della deduzione. A questa prima opera fa seguito "Il segno dei quattro" (1890), opera che vale a Arthur Conan Doyle e al suo Holmes enormi successi, tanto da non avere eguali nella storia della letteratura poliziesca.

Ebbe così inizio la lunga storia di come i poliziotti fanno la figura degli idioti davanti al geniaccio di turno.
Dico, invece di lasciarli liberi sulla scena del crimine e poi far finta di cacciarli, reclutateli! 

Nonostante l'enorme successo Doyle non legherà mai abbastanza con il suo personaggio più popolare, che odiava perché divenuto più famoso di lui.


...Questa cosa non ha nemmeno senso.
Come essere invidiosi del proprio figlio.
Sei un padre degenere.

E non ti da il diritto di ucciderlo.

Era di fatto più attirato da altri generi letterari, come l'avventura o il fantastico.

LOL, no.

FILA A SCRIVERE SHERLOCK.

Versione cosplay di Sherlock.
Anche se l'elemento fantastico non è mai completamente assente neppure dalla sua produzione realistica - come ad esempio nel romanzo "Il mastino dei Baskerville" (1902) o nel racconto "Il vampiro del Sussex" (1927), entrambi del ciclo di Sherlock Holmes - i romanzi annoverabili nel genere fantasy che Doyle ha scritto sono cinque, assieme a circa quaranta racconti strettamente fantastici, la maggior parte dei quali dell'orrore e del soprannaturale.

Ho detto FILA A SCRIVERE SHERLOCK.

Parlando del mito di Sherlock Holmes, è da notare che la celeberrima frase "Elementare, Watson!" che Holmes pronuncerebbe indirizzata all'assistente, è un'invenzione dei posteri.

MYTH BUSTED.
Ora, FILA A SCRIVERE SHERLOCK.

Il genere fantascientifico è affrontato principalmente dalla serie del professor Challenger (1912-1929), personaggio che Doyle modella sulla figura del professor Ernest Rutherford, eccentrico e irascibile padre dell'atomo e della radioattività. Tra questi il più celebre è "Il mondo perduto", un romanzo del 1912 che racconta di una spedizione guidata da Challenger su di un altopiano del Sud America popolato da animali preistorici sopravvissuti all'estinzione. La storia avrà notevole successo nel mondo del cinema, a partire dall'epoca del muto nel 1925 con il primo film, al quale seguiranno altre cinque pellicole (comprendendo due remake).

Forse non ti è chiaro il messaggio.
TU, MOFFAT E GATISS.
A SCRIVERE SHERLOCK.

Ficcati in quella testa bacata: i romanzi di Conan Doyle e Sherlock di Moffat e Gatiss hanno in pratica solo i nomi dei personaggi in comune.
Manco quello.
Hanno fuso Gregston e Lestrade in Greg Lestrade. Perché la BBC non aveva abbastanza attori per coprire due personaggi.

E' tutto collegato. No Sherlock Holmes, no Sherlock della BBC.
Quindi TUTTI A SCRIVERE SHERLOCK.

L'argomento a cui lo scrittore scozzese dedica gli ultimi anni della sua vita è lo spiritismo: nel 1926 pubblica il saggio "Storia dello Spiritismo (The History of Spiritualism)", realizzando articoli e conferenze grazie ai contatti con la Golden Dawn. A causa dei controversi contenuti che lo studio del tema porta con sé, questa attività non darà a Doyle i riconoscimenti che in qualità di studioso si attendeva. Subirà peraltro attacchi da parte della Chiesa cattolica. Il suo ultimo lavoro pubblicato è "The Edge of Unknown", dove l'autore spiega le sue esperienze psichiche, ormai divenute sua unica fonte di interesse.

Molto, molto interessante. Insomma, davvero, non lo sapevo mica.
Ma ora puoi, per piacere, FILARE A SCRIVERE SHERLOCK?
Senza ucciderlo, possibilmente.
Grazie.

Mentre si trova nella sua casa di campagna a Windlesham, Crowborough, Arthur Conan Doyle viene colto da improvviso attacco cardiaco: muore il 7 luglio 1930, all'età di 71 anni.

Nuo ç_ç
Rivivisci.
Devi. Continuare. A. Scrivere. SHERLOCK.



Grazie per aver sopportato ancora una volta questa rubrica a volte completamente insensata (tipo oggi, le mie scuse, sir!). Era da tanto che non la postavamo, ci sto perdendo la mano.
E se ve lo state chiedendo, sì, probabilmente un giorno smetterò di inquinare questo blog con le mie fisse. Forse. Sono the ULTIMATE ANNOYING fangirl. E mi scuso per questo.
No. Mento. Sorry, not sorry!

Alla prossima! (Se non mi bocciate XD)


5 commenti:

  1. Ommioddio! E' tornataaaaaaa! "The Importance of being..." è tornata!!!!
    *so happy.... :3*

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  2. Questa è la prima volta che incontro questa rubrica. Sono morta dalle risate. AHAHAHAHAHAHAHAH
    e, sì. Doyle giovane è preciso a Jude Law. °_°

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  3. Che ci fa Jude Law in una foto d'epoca? O.O ah ma noo è Sir. Arthur! xD
    Sono morta dal ridere, seriamente, "fila a scrivere Sherlock" mi rimarrà impresso in testa per tutta la giornata xD
    la gif del Cumberbatch è meravigliosa! Lui è meraviglioso! Sherlock è meraviglioso! ok, basta xD
    Comunque i libri di Sir. Arthur mi sono sempre piaciuti anche se preferisco la serie delle BBC..*pleasedon'tkillme* :D

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  4. Jude Law come Watson e il giovane Sir Arthur sono identici, sembrano fratelli.
    Comunque, adoro questa rubrica (mi ha conquistata con James Joyce). è esilarante e istruttiva :)

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  5. Quale appassionato di Sherlock Holmes non posso non apprezzare questo articolo.
    Divertente il modo in cui parli di Doyle, ora, però, filo a scrivere un po' anch'io.

    Ciao, Renato

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