martedì 28 gennaio 2014

Recensione | Il (Grande) Grande Gatsby - F.S. Fitzgerald

Ciao a tutti, miei bellissimi lettori!
Ora, sappiamo tutti che io ho uno strano rapporto con i libri: alcuni di loro mi seguono. Letteralmente. Succede che un dato libro mi appaia ovunque vada (librerie, mercatini, poster che pubblicizzano l'imminente uscita del film tratto proprio dal libro che mi sta seguendo), finché non decido di comprarlo e di leggerlo.

Piccola vocina malevola: Ti è mai sorto il dubbio che tu sia semplicemente vittima dell'operazione di marketing messa in atto attorno all'uscita di un adattamento cinematografico tratto da un libro? Insomma, è plausibile che, se uscisse il film della Pimpa, i libri illustrati della Pimpa sarebbero ovunque. APRI GLI OCCHI E ANNUSA IL MERCATO DI HOLLYWOOD, DONNA.

Grazie di nulla, piccola vocina malevola. No, non è così. Ci sono libri che non hanno niente a che fare col cinema che mi seguono. Quindi, taci e lasciami demonizzare poveri ammassi di carta stampata in PACE.

Il Grande GatsbyF.SCOTT FITZGERALD


TRAMA: « Il grande Gatsby ovvero l'età del jazz: luci, party, belle auto e vestiti da cocktail, ma dietro la tenerezza della notte si cela la sua oscurità, la sua durezza, il senso di solitudine con il quale può strangolare anche la vita più promettente. Il giovane Nick Carraway, voce narrante del romanzo, si trasferisce a New York nell'estate del 1922. Affitta una casa nella prestigiosa e sognante Long Island, brulicante di nuovi ricchi disperatamente impegnati a festeggiarsi a vicenda. Un vicino di casa colpisce Nick in modo particolare: si tratta di un misterioso Jay Gatsby, che abita in una casa smisurata e vistosa, riempiendola ogni sabato sera di invitati alle sue stravaganti feste. Eppure vive in una disperata solitudine e si innamorerà insensatamente della cugina sposata di Nick, Daisy... Il mito americano si decompone pagina dopo pagina, mantenendo tutto lo sfavillio di facciata ma mostrando anche il ventre molle della sua fragilità. Proprio come andava accadendo allo stesso Fitzgerald, ex casanova ed ex alcolizzato alle prese con il mistero di un'esistenza ormai votata alla dissoluzione finale.»


Dicevo, ci sono libri che mi seguono. Il Grande Gatsby e l'intera opera di Fitzgerald mi stalkeravano da un po' (...no, non per il film con Di Caprio, Piccola Vocina Malevola) quando, finalmente, mi sono decisa. Ho comprato un'edizione carina e a buon mercato del Grande Gatsby e l'ho lasciata sullo scaffale. Volevo solo che la persecuzione finisse.
Poi ho deciso di leggerlo (...sì, Vocina Malevola, l'ho letto perché volevo andare a vedere il film, contenta? Ora torna nel girone dell'inferno a te riservata).
Questa in teoria, quindi, dovrebbe essere una recensione. Ma a me non piace dire di "recensire" i classici. Non mi sentirei mai in diritto di fare una critica di uno di questi mostri storici. Non ne ho le competenze.
Quindi, risolviamo così: una lista di motivi per cui penso che Gatsby sia GREAT.

Spoiler alert! Non sono riuscita a mettere su un post spoiler-free quindi, se non avete letto il libro e non volete rovinarvi la futura lettura, non proseguite.



1. Il sogno americano.
Il Grande Gatsby è universalmente riconosciuto come il romanzo del sogno americano. Quel "it doesn't matter what you are...", la possibilità di diventare grandi a dispetto delle proprie origini. In una lettura superficiale, il sogno americano c'è nel romanzo: Gatsby è un nessuno che diventa incredibilmente ricco e potente. Lettralmente si crea un nome. Ma poi andiamo più a fondo e scopriamo che non è così: Gatsby, Gatsby, l'emblema del sogno americano, è ossessionato dalla restaurazione del passato, quando Daisy lo amava. Non gli basta averla riconquistata, vuole a tutti i costi cancellare gli anni che lei ha passato con Tom. Vuole che lei li rinneghi, dicendo di non aver mai amato suo marito. Questa è una bellissima metafora del sogno americano e della sua degenerazione: il punto non è più il successo, perché il successo non basta.  L'uomo vuole sempre di più, non si accontenta. E troverà sempre di essere nel posto sbagliato, nel momento sbagliato, perché prima si stava meglio. E allora, ottenuti la fama e la fortuna, l'uomo vuole anche il tempo. Ed è qui che cade.
Infatti, Gatsby, l'uomo che si è fatto da sè, non sopravvive. Wilson, il semplice uomo della valle delle ceneri, l'illuso e il disilluso, non sopravvive. Sopravvivono coloro che sono ricchi e vogliono solo essere ricchi. Sopravvivono , le persone indifferenti e superficiali, the careless people: i Buchanan, Jordan, Nick Carraway (più careless di lui, poi, non si può: CARE AWAY).

2. Il simbolismo.
Fitzgerald è bravissimo in questo. Il Grande Gatsby è pieno zeppo di simboli, ma quelli che colpiscono di più sono quelli che Fitzgerald evidenzia con i colori, quasi come se stesse usando un pennarello sulla pagina per segnalarceli: la luce verde e il colore giallo.
Quando Nick Carraway, il narratore, decide di andare a trovare il suo vicino Gatsby per presentarsi, lo vede nel suo bellissimo prato, con le mani tese verso la luce verde dall'altra parte del mare.
Per lui, naturalmente, quella luce verde è Daisy, la donna che ama e per cui si è costruito tutto quello che ha: un osceno conto in banca, una meravigliosa villa proprio difronte a quella di lei, quel nome così potente, quella figura pubblica così misteriosa. Tutto per lei.
Ma è davvero così? E' davvero solo Daisy?
Secondo me, c'è di più. Quando Gatsby parla di quando si è innamorato di Daisy non si riesce ben a capire se stia parlando della ragazza o della sua magione. Gatsby, secondo me, rincorre qualcosa che non avrà mai, così come non riuscirà mai a raggiungere la luce verde dall'altra parte del mare: l'essere ricco, un nome da ricco, ricche origini, una sorta di nobiltà. Lui, che ha origini molto modeste, non potrà mai avere il tipo di nobiltà che ha Daisy.

« Gatsby believed in the green light, the orgastic future that year by year recedes before us. It eluded us then, but that’s no matter: tomorrow we will run faster, stretch out our arms farther ... and one fine morning...
So we beat on, boats against the current, borne back ceaselessly into the past. »

« Gatsby credeva nella luce verde, nel futuro orgastico che anno dopo anno si ritira davanti a noi. Ieri c'è sfuggito, ma non importa: domani correremo più forte, allungheremo di più le braccia ... e un bel mattino...
Così continuiamo a remare, barche contro corrente, risospinti senza posa nel passato. »

Il giallo è praticamente onnipresente nel Grande Gatsby. E' il colore del benessere, dei soldi, del successo. Non a caso, quando Gatsby e Daisy si rincontrano per la prima volta dopo cinque anni, tutto è giallo: i bottoni d'ottone del vestito di Daisy, la macchina di Gatsby, addirittura si parla del profumo « pallido e dorato» dei caprifogli.
Ma è anche il colore della morte: l'auto gialla di Gatsby è anche quella dell'incidente; gli occhiali del dottor T.J. Eckleburg, che guarda sull'immensa valle di ceneri e che assiste all'incidente, sono gialli.
Di nuovo, Fitzgerald che ci avverte: fate attenzione al tipo di "benessere" e "successo" che cercate.


3. I personaggi.
Ammettiamolo: i personaggi in questo libro sono assolutamente irritanti. Tutti. Forse gli unici che possono ispirare un po' di simpatia sono Gatsby e Carraway, ma anche loro, verso la fine, sembrano avere qualcosa che non va. Di certo, non augurerei a nessuno di dover avere a che fare con Tom Buchanan o Daisy. Ma uno dei punti di forza in questo romanzo è proprio questo: malgrado non si ci affezioni a nessuno, tutti i personaggi sono interessanti. Persino Daisy, che nel suo sembrare una totale oca, ci dimostra il contrario, quando dice, riferita a sua figlia:

«E spero che sarà un'ochetta...la cosa migliore che possa essere una ragazza in questo mondo è una bella ochetta.»



Un'altro personaggio secondo me un po' sottovalutato è Jordan. Io credo che sia un personaggio cardine. E' la più careless di tutti. Anzi, è proprio lei la prima a usare il termine careless, la parola cardine di questo romanzo. E' bugiarda, come Gatsby ma, a differenza di Gatzby, lei è bugiarda onestamente. Non mente per ottenere ciò che vuole, mente perché è parte di questo sistema di bugiardi e indifferenti, non può farne altrimenti.

Ed è quella che perde meno.


4. Lo stile.
Arriviamo al punto che mi ha fatto innamorare di questo romanzo. Fitzgerald non scrive, lui dipinge. Il Grande Gatzby è pieno di immagini bellissime, colorate e vivide. Uno dei motivi per cui la trasposizione cinematografica di  Baz Luhrmann mi è piaciuta tanto (nonostante le critiche) è proprio l'attenzione che è stata posta nel trasmettere sullo schermo la vivacità dello stile di Fitzgerald. I colori, lo sfarzo, persino i suoni sono così forti da bucare le pagine.
Una delle mie scene preferite è quella del primo incontro tra Nick e Daisy, in casa Buchanan:


«Attraversammo un atrio spazioso e passammo in un salone luminoso colore rosa, legato fragilmente alla casa dalle porte-finestre. Le finestre, socchiuse, scintillavano bianche contro l'erba fresca che pareva spingersi fino in casa. Nella stanza spirava un vento leggero che gonfiava le tende spingendone un'estremità in dentro e l'altra in fuori come se fossero  bandiere pallide, torcendole verso il soffitto ornato come una torta nuziale e poi drappeggiandole sul tappeto color vino e stendendo su questo un'ombra come fa il vento sul mare.

Il solo oggetto assolutamente immobile nella stanza era un divano enorme su cui erano posate come nella navicella di un pallone frenato due giovani donne. Erano vestite di bianco e con le gonne fluttuanti e drappeggiate come se fossero appena ritornate da un breve volo intorno alla casa. Devo esser rimasto qualche secondo ad ascoltare gli schiocchi delle tende e il gemito di un quadro sulla parete. Poi s'udì un gran colpo quando Tom Buchanan chiuse le finestre posteriori e il vento imprigionato si spense nella stanza e le tende e i tappeti e le due donne calarono lentamente a terra.» 



E, se mai vi sentiste pronti per una tale sfida, vi inviterei a leggere il romanzo in originale solo per apprezzarne il ritmo, che incalza già dalla primissima frase:

«In my younger and more vulnerable years my father gave me some advice that I’ve been turning over in my mind ever since.»

Come ha detto lo stesso John Green, commentando questo passo, si può battere il tempo col piede e addirittura ballare su queste parole!

Vorrei poter ampliare questo discorso all'infinito, ma è meglio non esagerare. Sono già stata abbastanza prolissa, quindi non aggiungerò nulla nemmeno sulle trasposizioni cinematografiche (anche perché mi sembra che le gif parlino chiaro sulle mie preferenze). 
Voi che ne pensate, di questo libro? *_* E dei vari film? Ce n'è qualcuno che ritenete più fedele o semplicemente migliore di quello di Baz Luhrmann? La discussione è aperta!





16 commenti:

  1. Oh che bello leggere qualcosa su questo romanzo *_*
    E' stato l'argomento della mia tesi di laurea quindi parlarne per me è sempre emozionante!

    Mi è piaciuto molto come ne hai scritto.. Sono d'accordo quando dici che Fitzgerald dipinge.. riesce a creare delle immagini bellissime con le sue parole che incantano.. E poi è stato eccezionale a creare dei personaggi a volte insopportabili, Daisy e Tom in particolare!

    Anche a me il film di Luhrmann è piaciuto molto, ho visto tutto quello che Fitzgerald voleva trasmettere, l'unica nota leggermente negativa secondo me è che Carey Mulligan ha fatto di Daisy un personaggio troppo pulito, ne è uscita troppo bene.. mentre nella versione di Clayton, Mia Farrow era perfetta nel suo essere frivola ed insopportabile.

    Le gif che hai messo sono favolose *__*

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    1. *_* grazie!
      Che bello lui come argomento di tesi çOç *guarda la lontanissima prospettiva della propria laurea*
      Amo lo stile di Fitzgerald *w* è pura magia.
      Io della trasposizione del '74 con Mia Farrow ho letto solo pareri vari. prima o poi dovrò guardarla perché so che anche Lois Chiles è una bravissima Jordan **

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    2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    3. Che bello trovare persone che amano come me quest'opera! Io sono a un passo prima di te: la mia intenzione sarebbe quella di fare la tesina di maturità sul'adattamento cinematografico del grande gatsby, ma non so quale punto trattare nell'esposizione.. non è che magari hai un suggerimento per me visto che ci hai fatto la tesi?? Scusami se mi sono permessa ma è raro trovare qualcuno che ne sappia parlare davvero!!

      P.s.: complimenti per la recensione Mys! Condivido pienamente le tue idee! :)

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  2. Bellissimo il Il Grande Gatsby! L'hai descritto alla perfezione e concordo in pieno su tutto. Io ho adorato il personaggio di Gatsby,costruito davvero bene. Per non parlare dello stile di Fitzgerald,ha creato un romanzo magico.
    Per quanto riguarda i film mi sento sempre una voce fuori dal coro perché a me il film di Luhrmann non è piaciuto molto. Non saprei dire neanche perché,però non mi ha convinto fino in fondo (nonostante un Di Caprio favoloso!). Mentre quello del 74 con Robert Redford e Mia Farrow mi era piaciuto molto :)

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    1. Non sentirti una voce fuori dal coro, su quel film si è detto tutto e il contrario di tutto :3 c'è chi l'ha amato e chi l'ha odiato (Anche se siamo tutti d'accordo su Di Caprio X3 poverino, poteva meritarselo l'Oscar).
      Devo assolutamente guardare il Gatsby di Jack Clayton D:

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  3. Non posso leggere la recensione perchè ci sono gli spoiler uff ç_ç dico solo che è sicuramente molto bella e che questo libro perseguita anche me da un po', ma non l'ho ancora comprato! XD

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    1. Nonono, non leggere! XD ti faccio un riassunto: metti fine alla caccia e leggilo, è semplicemente meraviglioso! *___*

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  4. Ho letto il Grande Gatsby e mi è piaciuto, ma non mi ha proprio conquistata..please, don't kill me! ç.ç
    Ammetto che la tua recensione mi ha aperto gli occhi per certi punti del romanzo che non avevo apprezzato appieno *-* sai che quasi quasi lo rivaluto? Devo ridarci un'occhiata decisamente :)
    Purtroppo non ho visto le trasposizioni cinematografiche anche se il film con DiCaprio me lo guarderei davvero volentieri (ohssì amo quell'uomo) *---*

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    1. XD non ti preoccupare! Mi rendo conto che Gatsby è uno di quei libri che va letto sapendo già un po' cosa cercare, altrimenti ti ritrovi semplicemente davanti a un branco di personaggi insopportabili che fanno cose abbastanza stupide (anche se tutto è raccontato con uno stile magnifico *_*). Quindi magari, sì, ti consiglio una rilettura :3 potresti trovarci un libro completamente diverso dalla prima volta **
      Una volta riletto, guarda il film *w* io l'ho trovato molto in linea con lo stile di Fitzgerald. E Leo ha fatto un lavoro eccellente!

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  5. Ammetto di aver apprezzato molto di più la recensione del libro in sé per sé :P
    Purtroppo Gatsby non è riuscito a conquistarmi, ma visto che in casa abbiamo altro di Fitzgerald spero di essere conquistata da lui *-*

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    1. Mi hai fatto un bellissimo complimento xD
      Comunque, magari sì, riprovaci **
      Io sto aspettando che qualcuno mi regali la sua bibliografia.
      Famiglia?
      FAMIGLIA?
      Dove siete nel momento del bisogno? u.u

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  6. Io ho adorato il film, in primis.
    Il libro, all'inizio, mi ha lasciato freddo, ma poi - metabolizzandolo - l'ho amato. Vero, triste. :/

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  7. ho letto il libro in primavera per poi vedere il film e per mille motivi ancora non l'ho visto.

    il libro a me ha un po' deluso, ma soprattutto mi facevano venire tanto nervoso

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  8. Che bella non-recensione Mys :)
    Io lessi il libro perché era in programma l'uscita del film...tutti ne parlavano e io non volevo sentirmi esclusa >.<
    Devo dire che sono rimasta un tantino delusa dal libro, quando le aspettative sono alte c'è sempre questo rischio >_< sarà che io e le lunghe descrizioni non andiamo molto d'accordo, sarà che sia Nick che Daisy li ho mal sopportati >.<
    ma la tua descrizione del romanzo è perfetta, c'è un che di poetico nello stile dell'autore che si percepisce nonostante tutto.
    Un'analisi molto accurata e una ottima scelta delle quotes ;)
    E delle giiiif <3 il film mi è piaciuto, Leo l'ho trovato un ottimo Gatsby <3

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