lunedì 15 luglio 2013

36 consigli di scrittura di Umberto Eco

Buongiorno a tutti!
Oggi mi aspetta un'entusiasmante trasferta all''università: lasciando perdere le quattro ore complessive di viaggio, passerò un'intera giornata al campus solo per mettere la firma su un foglio. Nervosismo a palate.
Il lato positivo della questione è che, probabilmente, riuscirò a finire di leggere Cinder! Yeeeeh.
Informazioni inutili sulla mia vita a parte, il post di oggi è una sorta di introduzione ad una serie di articoli che arriveranno prossimamente.
Ormai è chiaro che in questo blog diamo particolare importanza alla scrittura e alle utility di vario genere (e questo, ovviamente, non c'entra niente con il fatto che io voglia diventare una Scrittrice con la s maiuscola. Proprio no), perciò stiamo preparando un'intera sezione dedicata agli aspiranti scrittori, con esercizi di scrittura, vari incipit, decaloghi a random, regole grammaticali essenziali e cose di questo tipo.
Partiamo con qualcosa di leggero e vi regaliamo 36 consigli di scrittura stilati da Umberto Eco.


1. Evitate le allitterazioni, anche se allettano gli allocchi.
2. Non è che il congiuntivo va evitato, anzi, che lo si usa quando necessario.
3. Evita le frasi fatte: è minestra riscaldata.
4. Esprimiti siccome ti nutri.
5. Non usare sigle commerciali & abbreviazioni etc.
6. Ricorda (sempre) che la parentesi (anche quando pare indispensabile) interrompe il filo del discorso.
7. Stai attento a non fare…  indigestione di puntini di sospensione.
8. Usa meno virgolette possibili: non è “fine”.
9. Non generalizzare mai.
10. Le parole straniere non fanno affatto bon ton.
11. Sii avaro di citazioni. Diceva giustamente Emerson: “Odio le citazioni. Dimmi solo quello che sai tu”.
12. I paragoni sono come le frasi fatte.
13. Non essere ridondante; non ripetere due volte la stessa cosa; ripetere è superfluo (per ridondanza s’intende la spiegazione inutile di qualcosa che il lettore ha già capito).
14. Solo gli stronzi usano parole volgari.
15. Sii sempre più o meno specifico.
16. Non fare frasi di una sola parola. Eliminale.
17. Guardati dalle metafore troppo ardite: sono piume sulle scaglie di un serpente.
18. Metti, le virgole, al posto giusto.
19. Distingui tra la funzione del punto e virgola e quella dei due punti: anche se non sempre è facile.
20. Non usare metafore incongruenti anche se ti paiono “cantare”: sono come un cigno che deraglia.
21. C’è davvero bisogno di domande retoriche?
22. Sii conciso, cerca di condensare i tuoi pensieri nel minor numero di parole possibile, evitando frasi lunghe – o spezzate da incisi che inevitabilmente confondono il lettore poco attento – affinché il tuo discorso non contribuisca a quell’inquinamento dell’informazione che è certamente (specie quando inutilmente farcito di precisazioni inutili, o almeno non indispensabili) una delle tragedie di questo nostro tempo dominato dal potere dei media.
23. Gli accenti non debbono essere nè scorretti nè inutili, perchè chi lo fa sbaglia.
24. Non si apostrofa un’articolo indeterminativo prima del sostantivo maschile.
25. Non essere enfatico! Sii parco con gli esclamativi!
26. Neppure i peggiori fans dei barbarismi pluralizzano i termini stranieri.
27. Scrivi in modo esatto i nomi stranieri, come Beaudelaire, Roosewelt, Niezsche e simili.
28. Nomina direttamente autori e personaggi di cui parli, senza perifrasi. Così faceva il maggior scrittore lombardo del XIX secolo, l’autore del “5 maggio”.
29. All’inizio del discorso usa la captatio benevolentiae, per ingraziarti il lettore (ma forse siete così stupidi da non capire neppure quello che vi sto dicendo).
30. Pura puntiliosamente l’ortograffia.
31. Non andare troppo sovente a capo.
Almeno, non quando non serve
32. Non usare mai il plurale maiestatis. Siamo convinti che faccia una pessima impressione.
33. Non confondere la causa con l’effetto: saresti in errore e dunque avresti sbagliato.
34. Non indulgere ad arcaismi, apax legomena o altri lessemi inusitati, nonché deep structures rizomatiche che, per quanto ti appaiono come altrettante epipfanie della differanza grammatologica e inviti alla deriva decostruttiva eccedano comunque le competenze cognitive del destinatario.
35. Non devi essere prolisso, ma neppure devi dire meno di quello che.
36. Una frase compiuta deve avere

Insomma, mi dicono che Eco sia proprio un simpaticone.
Non mi sorprende che abbia avvelenato le pagine dei libri dei monaci ne "Il nome della Rosa".
Comunque, è tutto per ora.

Incrociate le dita per me e sperate che i mezzi di trasporto non mi giochino brutti scherzi. Vorrei evitare di restare bloccata al campus ed improvvisarmi campeggiatrice in facoltà!
Buona giornata a tutti!

P.s: se avete idee o suggerimenti o richieste per qualcosa che vorreste trovare in questa sezione ancora senza nome, non esitate a lasciarmi un commento!




8 commenti:

  1. Mi piacciono moltissimo i post come questi! Simpatici ma anche utili ;)

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  2. Carini! Qualcuno è discutibile, ma chi sono io per contraddire Eco?!

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    1. Come ho detto su, Eco secondo me non è che stia benissimo, eh!

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  3. Io Mel giuro che ti adoro, rido troppo quando leggo i tuoi post!
    Comunque c'è un premio per te sul mio blog :D

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    1. Ahahah mi fa piacere!
      Grazie per il premio, passo subito :3

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  4. Bellissimo post!
    La frase 19 è adatta a me, infatti la mia amica mi bastona sempre quando mi beta le cose che scrivo. hahah
    Sarebbe bello aiutarti/vi in quanto anche io e la mia collega scriviamo, dite che sarebbe possibile una collaborazione? (:
    (Non so ancora se rivolgermi con il voi o con il tu. hahah)

    Attendo risposte. (Woah, come sono formale.)
    Sun. xx

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    1. Carina come idea!
      Vi contatto via mail e ne parliamo per bene! :*

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