sabato 13 aprile 2013

The Giver – Lois Lowry

The GiverLOIS LOWRY 
The Giver #1

 Giunti ▲ Rilegato 176 p. ▲ 10,00 € 

TRAMA: « Jonas ha dodici anni e vive in un mondo perfetto. Nella sua Comunità non esistono più guerre, differenze sociali o sofferenze. Tutto quello che può causare dolore o disturbo è stato abolito, compresi gli impulsi sessuali, le stagioni e i colori. Le regole da rispettare sono ferree ma tutti i membri della Comunità si adeguano al modello di controllo governativo che non lascia spazio a scelte o profondità emotive, ma neppure a incertezze o rischi. Ogni unità familiare è formata da un uomo e una donna a cui vengono assegnati un figlio maschio e una femmina. Ogni membro della Comunità svolge la professione che gli viene affidata dal Consiglio degli Anziani nella Cerimonia annuale di dicembre. E per Jonas quel momento sta arrivando...»


Signore e signori, io ho un problema con i libri.

Ci sono libri che mi perseguitano e libri che IO perseguito.
Questo particolare libro, The Giver di Lois Lowry, lo stavo stalkerando da un po’. Lo cercavo, ma non riuscivo a trovarlo.
Alla fine, ho avuto fortuna e ci siamo incontrati.
E adesso ve lo presento.
Il libro si apre descrivendoci una Comunità umana utopica dove tutto funziona come in una macchina perfetta. Le famiglie sono formate da un Padre, una Madre e massimo due bambini, un maschio e una femmina, che vengono loro affidati dalla comunità. I bambini sono suddivisi secondo la loro età e ogni volta che passano da una categoria all’altra, gli viene dato un simbolo che attesti la loro crescita (una bicicletta per i “Nove”, per esempio).

Insomma, tutto sembra essere stato ottimizzato affinché la vita umana sia perfetta.
Le prime avvisaglie di un alcunché di sbagliato si hanno quando i personaggi prendono a ridere l’idea che qualcosa possa cambiare, che le regole possano essere migliorate. Il Consiglio ci mette così tanto a prendere qualsivoglia decisione, che ogni speranza è ridotta ad una battuta di spirito.
Piano piano scopriamo che l’utopia è in realtà distopia: dalla Comunità è stato eliminato qualsiasi elemento di disturbo, il che comprende anche i colori, le scelte, i sentimenti veri.
Non voglio scendere troppo nei dettagli, perché, guardando la Comunità con gli occhi di Jonas, veniamo a conoscenza degli aspetti più insidiosi via via che il romanzo scorre, quindi non voglio rovinarvi la scoperta.
E’ la prima volta che leggo una libro di questo genere (no, non ho letto 1984 e mi sento infida per questo), perciò non posso fare paragoni, ma ho adorato il modo in cui l’autrice ci permette di riflettere sugli aspetti della nostra vita che ci sembrano più banali - la presenza dei nonni nella nostra vita, scendere con lo slittino da una collina innevata, distinguere i colori- a quelli più complicati – l’amore, la rabbia vera, la guerra- tutto con uno stile semplice e scorrevole che si adatta al punto di vista di un bambino di dodici anni.
Il finale aperto –confuso e criptico quanto l’inizio è ordinato e chiaro- mi ha lasciato con il disperato bisogno di procurarmi il seguito.
Vi terrò aggiornati.

2 commenti:

  1. Bellissima serie. Io ho divorato in un boccone tutti e quattro i libri,vedrai come proseguirà bene la storia **

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  2. A me non ha conquistato molto questo libro, però l'ho trovato comunque carino! Spero in dei seguiti più belli!

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