Indovinate un po' chi ieri non è riuscita a postare il Fangirl Friday?
L'argomento era lo stesso di due settimane fa, e neanche allora riuscì a scriverlo. Questo Fangirl Friday sembra maledetto.
Anyway, per farmi perdonare, oggi vi propongo di sbirciare un po' nell'angolino di Miss Skeeter e di vedere chi è stato colpito dalla sua penna prendiappunto.
L'ospite di questa volta è un'autrice italiana che si sta facendo conoscere pian piano, soprattutto grazie alle qualità indiscutibili del suo romanzo d'esordio.
È stato un vero piacere avere l'opportunità di intervistarla: non solo si è dimostrata una scrittrice capace e di ampie vedute, ma anche una persona dolcissima e disponibile. Ha anche descritto dettagliatamente tutti gli step che l'hanno portata alla pubblicazione, le varie trafile editoriali e i vari no che non l'hanno minimamente fatta demordere.
Ve ne renderete conto da soli leggendo le sue parole, quindi basta chiacchiere e andiamo a conoscere un po' meglio Julia Sienna, autrice de I Predatori Oscuri.
Ciao Julia! Benvenuta nel mio piccolo angolino! E' davvero un piacere avere l'opportunità di farti qualche domanda!
Ciao Mel, il piacere è tutto mio di partecipare a questa intervista e poter parlare direttamente ai tuoi meravigliosi lettori. Leggevo da un po' il vostro blog e, anche se nessuno mi ha mai visto, ero sempre qui in agguato! Ho seguito tutto con molto interesse, in particolare gli sviluppi del giveaway che mi hanno davvero emozionato. 492 entries: sono state un vero lampo di gioia. Ancora non riesco a capacitarmi del fatto che ci siano così tante persone che abbiano letto i Predatori e tante altre che desiderino leggerlo. Mi sembra di vivere in una bellissima avventura e tutto questo grazie alle persone che hanno creduto in The Dark Hunt e apprezzato questa storia partorita dalla mia folle mente. Grazie di cuore a tutti.
Ok, iniziamo dal principio. Quando non veste i panni di scrittrice, chi è Julia Sienna? Puoi parlarci un po' di te?
Il principio. In principio era il Verbo. Che incipit, me lo segno per un prossimo libro. A parte le mie pessime battute, che dire... chi è Julia Sienna? Mel, mi metti davvero in difficoltà con questa domanda. Julia, è una ragazza come tante, un po' pazza e un po' sognatrice. Non saprei cosa dire di me che non sfoci in una banale sequenza di “mi piace” e “non mi piace”, ma proviamoci.
Mi sono sempre reputata una persona mite, alla quale il dio dell'ira impone spesso di trasgredire. Un carattere semplice e lineare, insomma, come il famoso nodo di Gordio.
Amo leggere, girovagare con la fantasia e schiacciare a piè pari le foglie secche. Mi piace trattenere il respirò finché l'ultimo spicchio sole non sparisce all'orizzonte e fissare le lucertole aggrappate al muretto di casa con le loro dita lunghe e sinuose.
Sono un'amante degli sport estremi, quali “Riposino Estremo sul Divano”, “Abbuffata di pizza” e badminton.
Per puro diletto, pratico tiro con l'arco ed equitazione. Sì, i cavalli sono una mia ossessione da quando sono piccolissima.
E... mi piacciono le scarpe rosse.
Da dov'è nata la tua passione per la scrittura?
Ho sempre amato molto la lettura, anche se da piccola preferivo fossero gli altri a leggermi le storie che mi appassionavano di più.
Riflettendo al passato, non ho mai pensato che un giorno avrei scritto qualcosa, tanto meno che la scrittura sarebbe diventata una delle mie passioni più forti.
Il mio incontro con la scrittura è stato del tutto casuale e fortuito, originato forse dai complimenti della mia professoressa di italiano del liceo che sembrava apprezzare molto i miei buffi componimenti.
Mi ricordo ancora l'immagine mentale del giorno che decisi di iniziare a scrivere. Avevo quattordici, quasi quindici, anni e mi trovavo sul divano, un bestione di velluto blu che mi divertivo a riempire di disegnini pettinando in modo diverso il verso del pelo. Fissavo con perplessità quelle creaturine deformi che avevo creato, domandandomi cosa mai avrebbero potuto fare se avessero avuto vita. E perché non dare vita a una di quelle piccole bestiole scrivendo una breve storiella su di lei? Così presi un quaderno ad anelli, residuo bellico delle passate scuole medie, sfilai un foglio a quadretti e iniziai a scrivere con la mia fida matita a mine.
Fu solo il primo passo, ma ricordo ancora quel giorno con affetto.
Ho sempre sognato molto nella mia vita, sogni complessi e articolati che senza fatica ho sempre definito “filmici”. Il passo tra decidere di scrivere e decidere di scrivere proprio le storie che sognavo è stato breve e così ho iniziato a seguire i “suggerimenti notturni”, gettando le basi per quella che sarebbe diventata The Dark Hunt.
Ho scoperto che molte altre persone condividono questo strano fenomeno dei sogni narrativi e da allora mi sento un po' meno strana!
Hai qualche abitudine particolare da scrittrice? Tipo un qualche rituale per trovare l'ispirazione, una penna preferita, un certo tipo di carta...
Non ho abitudini particolari, diciamo che raggiunta la giusta concentrazione potrei scrivere ovunque. Generalmente scrivo sul mio portatile, anche se in passato scrivevo solo su carta e rigorosamente in matita. Poi decisi di fare il grande passo e informatizzare la mia scrittura. Ogni tanto ritrovo ancora qualche raccontino scritto su fogli volanti che sbuca per magia da qualche cassetto.
Mi piace molto scrivere ascoltando musica e, a volte, senza il giusto brano da sentire, non riesco ad appiccicare nemmeno una parola sullo schermo bianco del computer.
In altri momenti, invece, mi serve il silenzio. Eppure l'elemento che più mi aiuta a superare le difficoltà, dal blocco dello scrittore all'ira funesta che mi prende quando non riesco a interpretare correttamente le sensazioni che voglio descrivere, è parlare e confrontarmi con qualcuno. Questo qualcuno è quasi sempre il mio fidanzato, grande lettore e miniera inesauribile di consigli.
Siamo su un lit blog, quindi la domanda è d'obbligo: qual è il tuo libro preferito?
Ho sempre amato il fantastico in tutte le sue declinazioni, dalle vecchie favole alle più grandi opere di fantasy. Insomma se non c'è un po' di avventura e un pizzico di magia non è lo stesso, forse perché dentro di me, sotto sotto, sono ancora una bambina pronta a stupirsi per la colomba uscita dal cilindro.
Ho amato moltissimi libri durante la mia vita da lettrice, ma se dovessi però scegliere un solo libro, direi “Antrax” di Terry Brooks. Mi ha aperto un nuovo mondo sul fantasy e sui risvolti inaspettati che può cogliere.
Il tuo romanzo d'esordio, I Predatori Oscuri, è davvero un ottimo fantasy. Non ne leggevo di così belli da secoli! Perché hai scelto di scrivere proprio di questo genere?
Dimmi la verità, Mel, vuoi vedermi con lacrimoni di commozione prima della fine di questa intervista? Ti rigrazio con il cuore per tutti questi complimenti, mi fanno quasi illudere di aver scritto qualcosa di carino per davvero!
Tornando alla domanda, scegliere il fantastico è stata per me una scelta naturale. È ciò che più amo e il fantasy nella fattispecie è il genere che meglio mi permette di viaggiare con la fantasia. Adoro spaziare in paesaggi mozzafiato, descrivere imprese e sentimenti anche ai limiti dell'umanità, far parlare creature mai viste prima e, sì, mi piace incendiare alberi con la magia.
Insomma, il fantasy è ciò che mi rispecchia di più, ciò che mi fa sentire più libera e forse anche vera.
Da dove è venuta l'idea per il romanzo? Hai qualche aneddoto da raccontarci?
Come ti dicevo prima, tutte le basi delle mie trame derivano dai miei sogni. Spesso sono solo riprese cinematografiche di paesaggi, di luoghi o di persone, altre volte invece sono storie complete con tanto di titoli di coda e colonne sonore. Sì, lo so, ho qualche rotella fuori posto.
Anche The Dark Hunt nasce dalle mie suggestioni notturne. Si è presentato alla mia mente come una sorta di trailer: vedevo delle persone correre, immagini di gambe in corsa mischiate alla silhouette scura di creature ricoperte di squame. Poi tutto era sfumato in una luce calda e un cavallo scuro dagli occhi azzurri aveva attraversato la scena, correndo verso il tramonto. Un altro flash e vidi il Medaglione, un'ombra che si stendeva su tutte le terre conosciute e poi le immagini crollarono, strappate in brandelli dagli artigli di acciaio di una creatura nera e inquietante. Ora, tu e tutti coloro che hanno già letto il libro, avrete probabilmente riconosciuto in questa breve descrizione alcuni degli attimi e dei personaggi fondamentali del racconto.
Mi sono svegliata dopo questo sogno e ho pensato: sembra interessante, proviamoci. E così iniziai a costruire una trama attorno a queste poche basi. Passarono gli anni e la trama si infittì sempre di più, si complicò, fino a diventare la trilogia attuale.
Hai avuto un qualche tipo di influenze letterarie? A quale autore ti ispiri?
I miei autori fantasy preferiti restano sempre Tolkien e Brooks, perciò è impossibile non aver rubato qualcosa da loro. Sono cresciuta con i loro libri.
Come forse avrai notato durante la lettura, ho inserito volutamente alcune citazioni di questi grandi autori, prendendole come una base classica da stravolgere successivamente, nel corso dell'intera opera.
Un esempio per tutti è la classica relazione impossibile tra Eanor e Luwen, evidentemente ispirata all'epopea tolkieniana. Mi sono divertita molto nel gettare le basi di deja vù per poi demolirli o variarli nel corso della narrazione.
Qual è il personaggio a cui sei più affezionata? Io, personalmente, ho adorato Irie. L'ho trovato molto vero, non so se mi spiego! E il suo rapporto con On è dolcissimo.
Il mio personaggio preferito in assoluto è Hellenhor, ma purtroppo poco posso dire a riguardo, dato che nel primo volume compare più indirettamente che altro. Alla fine però, chi più chi meno, amo tutti i personaggi della saga.
I cattivi restano tra i miei preferiti, Lo Straziatore, in particolare. Adoro i personaggi negativi e per quanto possibile cerco sempre di dotarli di una psicologia ricca e complessa, che giustifichi sempre ogni loro azione. Non sopporto i cattivi scontati né stupidi, o cattivi perché cattivi. Il Cattivo deve essere un personaggio unico e indimenticabile, è l'antagonista, il cooprotagonista di ogni evento. Ma anche loro saranno svelati meglio nei prossimi capitoli, dovrete avere pazienza!
Per quanto riguarda i due Grimford, ho cercato di creare un rapporto di amicizia vero e unico, qualcosa che andasse oltre la semplice parentela. Dovevano essere due amici, migliori amici, gettati in un modo che non conoscevano e che temevano.
Credo ancora nei buoni sentimenti, quindi con loro mi sono divertita a incarnare qualcosa che al giorno d'oggi sembra sempre più raro da trovare: la vera e disinteressata amicizia.
In questa storia ben poco è come sembra, ma l'unica cosa che resterà sempre certa e sincera è proprio l'amicizia tra On e Irie. Insieme, spalla a spalla, potranno affrontare ogni cosa.
Irie è stato un personaggio molto divertente da creare e seguire. Mi fa molto piacere che sia il tuo preferito e che, soprattutto, ti sia sembrato una persona quasi reale, sentire queste parole mi ripaga di tutti gli sforzi: non potevo sperare in meglio!
So che il secondo capitolo della trilogia è già finito. Puoi darci qualche anticipazione? (Ti prego, dimmi di sì! Il primo libro mi ha lasciato addosso una curiosità quasi asfissiante!)
Come dirti di no, Mel! Vediamo cosa posso rivelare senza spoilerare nulla della trama...
Diciamo che con i capitoli successivi, cominciando dal secondo, inizierete a capire la vera struttura della saga e che ciò che compare nel primo non è proprio quanto sembra, anche se il vero libro del dubbio e delle rivelazioni resta il terzo.
In questo secondo capitolo troverete le incertezze di On, conoscerete nuovi personaggi e nuove trame che complicano la narrazione, di primo acchito lineare, come si presentava nel primo libro.
Non troverete battaglie campali, ma battaglie interiori, sfide, scoperte e riscoperte di sentimenti.
I personaggi demoliscono le loro certezze e alcuni trovano la loro strada, mentre altri si smarriscono sempre di più nelle profonde tenebre che iniziano a oscurare l'Ovest. In questo volume anche lo stile varia leggermente, preparando il lettore al terzo capitolo, il più buio di tutti. Abbandono gradualmente lo stile classico del primo libro, concentrandomi di più sull'introspezione dei personaggi. Spero che anche questa mia versione più ombrosa possa ugualmente divertirvi! L'idea è quella di creare una trilogia che segua la storia del fantasy nel corso dell'ultimo secolo: I Predatori, è il fantasy classico, epico, degli inizi; Cacciatori di Ombre sarà il fantasy più psicologico e introspettivo, sulla scia delle opere degli anni '80-'90, mentre il terzo capitolo incarnerà il fantasy oscuro, con note thrilling, nato dopo il 2000.
Parliamo un attimo di questioni editoriali. Ci racconti un po' com'è stato il tuo percorso verso la pubblicazione?
Come ti avevo già detto, il tutto ebbe inizio quando non ero che una piccola e scatenata teenager.
Terminata la prima stesura del mio romanzetto, ho pensato, come tutti gli aspiranti scrittori, di inviarla alle case editrici per avere un riscontro da quel mondo che di romanzi ne capiva sul serio. Mai nulla mi fu più utile di quella sfilza di NO, alcuni cortesi, alcuni asettici, altri mai giunti, ma sempre di NO si trattava. Così a 16 anni, superato lo scoglio del primo grande sconforto, ripresi in mano la mia opera e decisi di studiare e impegnarmi per renderlo qualcosa di valido, almeno entro le mie possibilità.
Passarono due anni circa e giunsi a un numero X di revisioni tali che mi riproposi di provare nuovamente con le case editrici. Giusto un paio, mi dissi, solo per vedere cosa succedeva, se il mio lavoro era sufficiente o fossi solo a metà percorso.
Il paio di CE, divenne un numero vicino alla decina. È inutile dirvi che furono tutti no? Sì, lo furono. Ora cosa dovevo fare, demordere? Giammai! E così ripresi ancora in mano il mio romanzetto e mi rimisi a studiare. Non mi stupirò mai abbastanza di quante cose si possano imparare, anche quando ormai si pensa grossomodo di saperne a sufficienza. È stata una lezione fondamentale per creare il mio stile personale. Ecco cosa mi mancava.
Passò un altro anno e giunta all'ennesima revisione, mi ritenni abbastanza soddisfatta da pensare di ricorrere al self-publishing per far stampare qualche copia della mia operetta da regalare ad amici e parenti per Natale. Qualcuna la vendetti pure, recuperando così i soldi della stampa.
In seguito a ciò, all'età di 19 anni, ricevetti per puro caso la mia prima proposta editoriale da una CE della mia zona. Una delle copie regalate a una amica di famiglia era finita nelle mani dell'editore. Mi chiamarono a casa, comunicandomi la loro intenzione di procedere alla pubblicazione del mio libro. Vi lascio solo immaginare l'emozione e il senso di straniamento che mi colsero.
Incontrai l'editore e iniziammo a parlare del mio romanzo, ma compresi che qualcosa non quadrava dal principio. Mi dissero che sarebbe diventato il loro romanzo di punta, che non avrei dovuto sborsare un solo euro (ci mancherebbe!), promettendomi un futuro radioso per la mia opera. Eppure alle mie domande con quale tipo di distribuzione intendessero diffondere il mio testo e come volevano procedere alla promozione, iniziarono a vacillare, affermando che “queste cose” per un piccolo editore erano impossibili da raggiungere. Al contempo però esigevano la cessione dei diritti al 100% per eventuali traduzioni e reinterpretazioni dell'opera letteraria in altri formati, per una durata di 10 anni. Insomma, se avessi firmato, avrei ottenuto solo un 2% di diritti d'autore, senza mai vedere una copia distribuita e promossa seriamente. Tanto valeva affidarsi al self-publishing.
Animata da questi pensieri, declinai l'offerta e decisi di prendere altro tempo per rivedere il libro e migliorare.
Quando meno me l'aspettavo, verso i miei 22 anni, un'altra delle mie copie autoprodotte giunse tra le mani di un altro editore, segnalata da amici comuni. Risposi al telefono e dall'altra parte trovai la Gainsworth Publishing. E dopo altre duecento revisioni e un bell'editing, eccomi qui.
Hai qualche consiglio da dare a chi, come te, vorrebbe intraprendere questa strada?
Sinceramente, non mi sento in grado né nella posizione di poter dare dei consigli validi a chi sogna di pubblicare, posso solo parlare prendendo spunto da quella che è stata la mia esperienza con il mondo editoriale, fornendo più consigli da amica che altro.
Il mio primo consiglio è questo: non abbattetevi per i NO, devono essere lo sprone necessario per continuare e migliorarsi sempre di più. Senza tutti questi rifiuti molto probabilmente, non avreste mai letto The Dark Hunt che oggi conoscete. Non si finisce mai di imparare nuove cose e, soprattutto, non si finisce mai di imparare in campo infinito e mutevole come la scrittura.
Non sono tanto importanti le regole, bisogna conoscerle, ma mai applicarle pedissequamente, altrimenti le nostre opere risulterebbero senza cuore, solo magistrali esecuzioni tecniche. La scrittura viene dal cuore, supportato da una buona sintassi e conoscenza grammaticale!
Secondo consiglio: dovete essere i vostri peggiori critici, dimenticate l'indulgenza tipica dell'autore nei confronti delle proprie opere. Se non ce la fate da soli, cercate qualcuno (amico, parente, ecc) davvero sincero che possa supportarvi e darvi consigli nei momenti più bui senza però risparmiarvi le critiche e le osservazioni che in un primo momento potrebbero anche farvi soffrire. Ricordate che sono solo cose dette per aiutarvi. Dopo tutto questo faticare e sudare, arriverà però un momento che la vostra storia sarà pronta. Quando, mi dite? Lo sentirete, è come se le pagine che avete scritto cambiassero all'improvviso di colore, un colore più vivo e sicuro. Ecco, allora dovrete avere il coraggio di lasciare andare la vostra storia, in modo che possa vivere da sola.
Fine dei consigli!
Chiudiamo in bellezza! Vorresti dire qualcosa ai lettori di The Bookshelf?
Vorrei ringraziare tutti i lettori che hanno seguito questa intervista e tutti gli sviluppi che The Dark Hunt ha avuto su questo bellissimo blog. È stato davvero un piacere collaborare con voi ed entrare in contatto con il vostro pubblico.
Per chiunque abbia letto questo primo capitolo di The Dark Hunt, o per chi ha intenzione di leggerlo, o per chi ha qualche curiosità da soddisfare, o per chi vuole lasciarmi solo un breve commento, resto a disposizione per ogni chiarimento, spiegazione o quant'altro. Potete scrivere all'indirizzo info@gainsworthpublishing.com e chiedere di inoltrarmi la mail. Nelle mie possibilità, risponderò molto volentieri a tutti voi!
L'intervista sarebbe potuta essere ancora più lunga, visto che abbiamo tenuto un'interessantissima livechat, ma credo di avervi fornito un po' tutti gli elementi fondamentali.
Per il secondo capitolo di The Dark Hunt, Cacciatori di Ombre, ci toccherà aspettare ancora un po'.
Come probabilmente avrete intuito, io non vedo l'ora e ho letteralmente tartassato Valentina della Gainsworth (santa donna, prima o poi mi manderà a quel paese) per saperne qualcosa di più (tipo, dubbio apocalittico: come sarà la cover?!).
State pur certi che vi farò sapere non appena capterò qualcosa!
Per il momento... che ne pensate? Avete letto I Predatori Oscuri
Come al solito, ditemi le vostre impressioni!
P.S: finalmente oggi vado anche io a vedere La Ragazza di Fuoco! Spero che sia davvero così bello quanto dicono!
Ci riprovo! Blogger ce l'ha con me e mi ha cancellato il commento :(
RispondiEliminaDicevamo...ooooh che bella intervista Mel *A* è stata davvero una bella scoperta e sì, purtroppo, faccio parte di quelle brutte persone che non ha ancora letto I Predatori :(
La ragazza di fuoco lo devo vedere ancora anche io, spero lunedì. Quindi ti auguro buona visione e divertiti tesoro <3
Grazie Gio! **
Eliminati perdoniamo u_u ma leggilo! Ti piacerà!
Ho finito di leggere "I predatori oscuri" pochi giorni fa, mi è piaciuto moltissimo ed in effetti credo sia stata la mia prima vera esperienza con il fantasy classico. Ho avuto un rapporto molto particolare con il libro...
RispondiEliminaQuesta intervista è splendida, me la sono letta con estremo piacere e Julia sembra una persona meravigliosa, quando pubblicherò la recensione sul mio blog mi sa proprio che tartasserò anch'io Valentina per poter contattare Julia xD
Bravissima Mel e complimentissimi a Julia.
Io sono una vera amante del fantasy, quindi ho letto questo libro con gli occhi sbriluccicanti *_*
EliminaJulia è davvero una bellissima persona: stalkerala pure, sono sicura che le farà piacere! (o magari no, ma sicuramente sarà troppo gentile per dirlo u_u)
Grazie ancora! :)
Bellissima intervista Mel!! Devo proprio muovermi a finire questo libro.. u.u
RispondiEliminaGrazie Frannina! :*
EliminaFiniscilo, finiscilo, finiscilo! u_u