mercoledì 10 luglio 2013

Recensione | Gente di Dublino - James Joyce

Quando mi sono seduta al pc e ho iniziato a scrivere questo post, mi sono detta “Ok, Mel. Niente introduzioni idiote. Passa subito al punto”.
E ci ho provato, davvero!
Lo giuro!
Ma mi sembrava tutto così triste e grigio e serio e professionale
Perciò, lunga vita alle introduzioni idiote e spropositate!
(stavolta vi risparmio la gif. Ringraziatemi).

Dalla regia mi dicono che sono proprio una simpaticona.
Bene, ora che mi sento in pace con me stessa, possiamo andare avanti.
Il libro di cui vi parlerò oggi mi mette abbastanza in difficoltà.
Fa parte di quel gruppo di opere che, secondo me, una persona deve leggere almeno una volta nella vita.
Come al solito, rimando commenti e spiegazioni a dopo e vi lascio direttamente la descrizione di Gente di Dublino di James Joyce.





Gente di Dublino
JAMES JOYCE 



 Giunti ▲ Brossura 256 pagine ▲ 6,00 € 

TRAMA: « Considerati tra i capolavori della letteratura del Novecento, questi quindici racconti - terminati nel 1906 ma pubblicati soltanto nel 1914 perché per la loro audacia e realismo gli editori li rifiutarono - compongono un mosaico unitario che rappresenta le tappe fondamentali della vita umana: l'infanzia, l'adolescenza, la maturità, la vecchiaia, la morte. Fa da cornice a queste vicende la magica capitale d'Irlanda, Dublino, con la sua aria vecchiotta, le birrerie fumose, il vento freddo che spazza le strade, i suoi bizzarri abitanti. Una città che, agli occhi e al cuore di Joyce, è in po' il precipitato di tutte le città occidentali del nostro secolo.»





Potete, quindi, tranquillamente comprendere la mia difficoltà.
Recensire un classico non è mai facile: si deve cercare di rendere giustizia all’opera, pur facendo presente il proprio gusto personale.
Dato che a me Gente di Dublino è piaciuto, resta solo la difficoltà data dal cercare di rendere in poche parole un’opera del genere.
Dunque. Punto primo. Joyce o si ama o si odia. Non ci sono vie di mezzo, non impegnatevi a cercarle.
Punto secondo. Gente di Dublino è una delle opere scritte durante la prima fase creativa dell’autore: siamo lontani dallo stile e dalla complessità dell’Ulisse, per intenderci.
Una volta premesso questo, possiamo proseguire.

La raccolta è composta da 15 racconti che, apparentemente, non hanno nulla in comune.
Cominciano in medias res, senza un inizio ben preciso, proseguono per la propria strada e terminano di colpo, lasciando intendere il finale senza affrontarlo di petto. Tutti, però, si svolgono nella città di Dublino e ogni personaggio, indipendentemente da età, classe sociale e generalità varie, non soddisfa le proprie aspettative ed è costretto a rinunciare ai propri sogni.
I protagonisti dei racconti falliscono, conducono un’esistenza infelice e, nonostante sia chiaro il desiderio di lasciarsi tutto alle spalle e scappare, non riescono a trovare il coraggio o la volontà per farlo.Vivono in una situazione di stallo, ed è proprio questa la chiave di lettura dell’intera opera.
I racconti non vanno considerati singolarmente, ma nel loro insieme. Tutte le condizioni di alienazione, insofferenza, frustrazione, conducono a comprendere il messaggio globale che vuole dare Joyce: siamo tutti morti, seppur ancora in vita.
Dopotutto, vivere passivamente non significa forse non vivere affatto?

« A uno ad uno sarebbero diventati tutti delle ombre. Meglio passare a miglior vita baldanzosamente, nel pieno splendore di qualche passione, piuttosto che appassire e spegnersi lentamente di vecchiaia »
I Morti

Per quel che riguarda lo stile, abbiamo già detto sopra che siamo molto lontani dal Joyce dell’Ulisse (ma insomma, ‘sto poverino da qualche parte doveva pur cominciare!).
Ci troviamo davanti ad una scrittura relativamente semplice, pur non essendo colloquiale, e ricca di descrizioni.

« Stava seduta alla finestra osservando la sera che scendeva sul viale, con la testa appoggiata alle tendine e nelle narici l’odore di “crétonne” polveroso; si sentiva stanca. C’era poca gente per la strada. L’uomo che abitava nell’ultima casa passò rincasando; ne sentì i passi che risuonavano sul cemento del marciapiede e poi scricchiolavano più in là sul sentiero, davanti alle nuove case rosse »
Eveline


I personaggi sono caratterizzati ed approfonditi esclusivamente in funzione di quel che serve per spiegare (o meglio, lasciar intendere) il corso del racconto.
Niente informazioni superflue, nessun background che non serva al suo scopo.
Ormai avete capito un po’ che tipo di persona esaurita e poco paziente sono. Non vi sorprenderete, quindi, nel sentirmi dire che avrei voluto entrare tra le pagine del libro e dare uno scossone a più di uno dei protagonisti dei racconti.
Mi ha sempre fatto innervosire il fatto che tutti avessero la felicità lì, a portata di mano, e che nessuno fosse disposto ad allungare il braccio ed afferrarla.
(cavolo, Eveline! Vai con Frank, porca trota! TI ODIO!).

Oltre al senso di insoddisfazione e nervosismo, Gente di Dublino ha risvegliato in me anche una certa dose di nostalgia: le istantanee rappresentanti la città irlandese mi hanno ricordato la mia gita scolastica della seconda liceo e tutto l’amore che provo per questa cultura.
E qui divento sentimentale, quindi consiglio spassionatamente di sorvolare ed andare avanti.

In conclusione, Gente di Dublino è una di quelle opere che vanno davvero a contribuire alla creazione del bagaglio culturale di un individuo.
Per dirlo con meno paroloni e più semplicità: leggetelo, perché fa cultura.

E perché, sicuramente, vi porterà a chiedere un’unica cosa: sono davvero felice? Sto vivendo la mia vita al massimo, o mi sto limitando a trascinarmi tra i vari giorni che la compongono?


In tutto questo, folks, io e la mia socia stavamo pensando di organizzare un giveaway.
E quindi, perché non prendere due piccioni con una fava (?) e mettere in palio proprio Gente di Dublino?
Che ve ne pare? Potreste essere interessati?
Fateci sapere, in modo da poterlo iniziare il prima possibile!
Ah, piccolo indizio: indovinate chi sarà l’ospite dell’Importance of Being di questa settimana? ;D

11 commenti:

  1. I lied.
    AHAHAHAHAHAHAHAH!! :D

    Tanta stima!! Io non sono riuscita a finirlo.. Mi immagino con "Ulisse"!! O.O

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    1. Mi fa piacere vedere che le gif non sono odiate :DD

      Ooow ç.ç magari riprova più in là! Ne vale la pena!

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  2. fammi indovinare, sarà forse Joyce?!?! ahahah
    comunque Gente di dublino dovrei studiarlo per un esame, e anche l'Ulisse.. il secondo mi preoccupa di più T________T

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    1. Sei davvero perspicace! Eppure in questo blog non abbiamo MAI citato Joyce nell'ultima settimana (se vuoi saperlo... sì. Stavamo sondando il terreno).
      Aaaarg, nel momento in cui un libro deve essere studiato perde qualsiasi attrattiva! Mi dispiace! :|

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  3. Recensire i classici è sempre una sfida.
    Joyce è uno di quegli autori che mi spaventano a morte: ho letto alcuni brani a scuola, e il suo stile mi ha sempre respinta tipo muro @_@

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    1. A scuola è tutto diverso :| ti castrano proprio la voglia di leggere i classici (perdonami il francesismo!)

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  4. Io ho amato profondamente questo libro.. L'ultimo racconto è fenomenale!

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  5. Io credo di essere tra quelli che non amano Joyce. Dico credo perché tra le opere di questo autore ho letto solo Gente di Dublino, che purtroppo a me non è piaciuto. Chissà che con Ulisse le cose non vadano diversamente!

    P.S. Troppo carina la gif :D

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    1. Effettivamente sì, per apprezzare completamente Joyce bisogna approcciarsi all'Ulisse.
      Ma sarò sincera: un po' mi spaventa! :P

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  6. Io ho adorato leggere Gente di Dublino non riusci neanche a staccarmi dalla lettura. Certi libri appena li inizi li devi lasciare subito perché non ti appassionano, questo non si può dire assolutamente dello stile di Joyce e poi il modo con cui narra le storie di personaggi tutti differenti tra loro e tutti che vivono esperienze di vita diverse che hanno in comune solo il luogo in ci si svolgono! Insomma un libro fantastico che cambia il tuo modo di vivere!

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