sabato 15 giugno 2013

Recensione | Il Ballo - Irène Némirovsky

Ciao a tutti!

Sono ancora un po' rintontita perché ho praticamente dormito tutto il pomeriggio (invece di fare cose socialmente e moralmente inutili, come studiare), perciò probabilmente scriverò qualcosa che somiglierà a un post nonsense. Tuttavia, volevo parlarvi de Il Ballo di Irène Némirovsky, titolo presente nella collana Live della Newton Compton (benedetto sia chi ci ha pensato), perché questo brevissimo romanzo mi ha fatto venire un'incredibile voglia di procurarmi tutte le altre opere della Némirovsky.
Ma andiamo per gradi.
Il BalloIrène Némirovsky 
 Newton Compton ▲ Brossura100 p. ▲ 0.99€

TRAMA: « Per i Kampf l'organizzazione del ricevimento, a cui sono invitati i maggiorenti della città, è un'occupazione serissima. Tutto deve funzionare alla perfezione, come il meccanismo di un prezioso orologio. Proprio per questo, il ballo, che dovrebbe segnare l'ingresso della quattordicenne Antoinette nella brillante società parigina, è un sogno più per la madre, volgare e arcigna parvenue, che per la ragazza. Con una scrittura precisa e senza fronzoli, Irène Némirovsky racconta in poche, dense e drammatiche pagine, la vendetta di Antoinette. »









Per approcciarsi davvero a questo romanzo e non pensare subito che sia popolato unicamente da personaggi schizofrenici e malvagi, bisogna conoscere la poetica della scrittrice. Fortunatamente, nell'edizione della Newton Compton c'è un bellissimo saggio di Maria Nadotti che ci introduce alla lettura. In particolar modo bisogna tener conto di due aspetti, presenti soprattutto ne Il Ballo: la considerazione che la scrittrice ha della propria matrice ebraica e il rapporto madre-figlia vissuto in prima persona dalla Némirovsky.

L'autrice, agnostica, fa un ritratto degli ebrei diverso da quello a cui siamo abituati. Nei loro confronti è addirittura spietata, mettendone in evidenza soprattutto le caratteristiche negative: l'avidità, lo sfrenato bisogno di arricchirsi e di "apparire". 

[...]"Mi fa male pensare al fatto che ci sono persone che vivono bene e sono felici, mentre io passo i migliori anni della mia vita a rammendare i tuoi calzini..."

" Eh, sì, figlia mia, se aspetti che tuo padre faccia fortuna come promette da quando siamo sposati, puoi bene aspettare [...]"

Tali sono descritti, che anche fisicamente i personaggi ebrei sono grotteschi:

[...] nella stanza da bagno attigua, il padre, un piccolo ebreo scarno con gli occhi di fuoco, si radeva [...]

Il rapporto madre-figlia è trattato come una sorta di guerra. Le due controparti sono fredde e spietate l'una con l'altra. Nel caso specifico del Il Ballo, Antoninette e sua madre Rosine si scontrano continuamente. I tempi dell'affetto familiare sono ben lontani. Ormai la quattordicenne Antoinette è vista da sua madre come una nemica:

"Questa ragazzina, questa mocciosa, andare al ballo, ma guardate un po'!... Aspetta un po', ti farò passare io tutte queste manie di grandezza, figlia cara...Ah! tu pensi che il tuo debutto in società sia l'anno prossimo? E chi sarebbe che ti ha messo in testa questa convinzione? Sappi, bella mia, che io comincio soltanto adesso a vivere, io, capito? E non ho alcuna intenzione di farmi intralciare da una ragazza da marito..."

Antoinette, che fa parte di un altro tipo di personaggi "stereotipati" della Némirovsky, i bambini-mostro consapevoli del male che viene loro fatto e che meditano vendetta, si prende la sua rivincita sulla madre, disperdendo gli inviti per il Ballo che la signora Kampf ha tanto attentamente preparato. Alla fine del libro, al culmine della disperazione della madre, lei si mostra molto subdola.

Era l'attimo, l'istante impercettibile in cui si incrociavano "sul cammino della vita": una stava per spiaccare il volo, l'altra per sprofondare nell'ombra. [...] Eppure Antoinette ripeté piano: "Povera mamma..."

In conclusione tutta l'empatia che abbiamo provato per la maltrattatissima Antoinette e il disprezzo che abbiamo condiviso con lei per il mondo degli adulti, si capovolge. Nessuno si salva. Sono tutti parte di un universo malvagio e corrotto. Il Ballo mancato dei Kampf è proprio il "debutto" di Antoinette in questo mondo di adulti meschini e subdoli.

Non saprei nemmeno dire chiaramente perché mi è piaciuto tanto questo libro. Forse perché ci mostra gli aspetti negativi della comunità ebraica (un po' come scoprire l'altra faccia della medaglia rispetto a tutto quello che ho letto fin'ora sull'argomento, senza troppa influenza da parte della Seconda Guerra Mondiale). Forse perché l'atmosfera un po' cupa in cui si ci ritrova fa un bel contrasto con l'universo mondano che ci viene descritto; quasi come se ci aspettassimo fronzoli e merletti rosa e ricevessimo in cambio qualcosa di molto più grottesco.
Si merita quattro Wolverine, senza dubbio.




11 commenti:

  1. :') Che bella questa recensione!
    Giuro, se non avessi già letto il libro, mi avresti convinto a prenderlo immediatamente!
    Belle le citazioni, azzeccatissime! :)

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    1. Grazie mille *_* che bel complimento che mi hai fatto!

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  2. questo libro l'ho preso subito appena uscito, ma ancora devo leggerlo... ci riuscirò!?!?! T_T
    certo che mi hai fatto venire voglia di leggerlo!! :P

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    1. Bastano un paio d'orette per leggerlo (infondo è un libricino piccolissimo. Tolta l'introduzione restano sì e no una settantina di pagine.)
      E poi, ne vale la pena, davvero :))

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    2. Appena ho un pò di tempo libero tra questi esami lo leggo subito!! ^_^

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  3. Sono d'accordo, l'ho trovata una lettura davvero interessante!

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    1. =) mi fa piacere.
      Benedette siano le edizioni della Newton Compton! Mi stanno facendo scoprire un sacco di bei libri X3

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  4. Probabilmente non lo avrei comprato se non lo avessi trovato a 99 cent... e me ne sarei pentita!
    W la Newton Compton!
    Bella recensione
    C.

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  5. Bello, bello, è piaciuto molto anche a me! :)

    Valentina
    www.peekabook.it

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  6. Bella recensione e soprattutto bel libro!
    Ho scritto anche io una piccola recensione su questo racconto, ti va di leggerla? :)
    http://lapiccolasilfide.blogspot.it/2013/07/recensione-il-ballo-irene-nemirovsky.html

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