giovedì 29 agosto 2013

Recensione | 84, Charing Cross Road - Helene Hanff

Ben trovati, miei meravigliosi lettori!
Ieri ho sentito Mel per telefono. Mi manca quella brutta gargoyle.
Tanti bacini per te, Mel. Questa volta, sono sicura che li apprezzerai di più. EHEHEH.
Comunque, come vi ho accennato la settimana scorsa, vorrei dedicare un post ad un libricino piccolissimo ma davvero meritevole, una delle tante piacevoli scoperte letterarie che ho fatto all'università (Shakespeare per primo). Sto parlando di 84 Charing Cross Road di Helene Hanff.
84 Charing Cross Road
HELENE HANFF 



 Sphere ▲ Brossura 230 pagine ▲ 10 € 

TRAMA: « È Frank Doel, commesso in una vecchia libreria antiquaria londinese - "l'unica creatura al mondo che mi capisca" - a soddisfare gli stravaganti desideri di una giovane scrittrice americana appassionata di saggi del Settecento, che con lui intreccia una fitta corrispondenza. Miss Hanff sogna per anni di sbarcare nell'"Inghilterra della letteratura", di conoscere di persona Doel e la libreria cui deve tanto. Ma Frank scompare prematuramente e la libreria chiude i battenti nel 1970. Helene Hanff approderà finalmente a Londra solo in occasione dell'uscita di queste lettere che rappresentano l'insolita parabola dal culto dei libri a quello che è diventato, grazie a una felicissima trasposizione filmica, un "libro di culto" »

Devo essere sincera: ero piuttosto scettica, quando ho iniziato a leggere questo libro. Un po' perché la mia professoressa di letteratura non mi ha fatto ben capire cosa diamine c'entrasse con il resto del programma e non si è nemmeno sprecata troppo in approfondimenti, preferendo altri testi. Però, tra quelli che dovrò studiare, questo era quello con la copertina più carina e il più breve, perciò, ormai dimentica delle lezioni all'università, ho affrontato questo libricino.
84, Charing Cross Road è l'indirizzo di una libreria antiquaria a Londra presso la quale Helene Hanff, una scrittrice e sceneggiatrice americana, ha potuto acquistare libri antichi a prezzi adatti alle sue tasche. 

"I am a poor writer with an antiquarian taste in books"

("Sono una scrittrice squattrinata che ama i libri di antiquariato")

Così esordisce la protagonista e subito io mi sono sentita molto vicina a lei (anche io sono senza soldi ma amo i bei libri antichi, posso capirla).
Il libro è una raccolta delle lettere che Helene ha scambiato con il responsabile della libreria, Frank Doel. Man mano che la corrispondenza va avanti, il rapporto diventa sempre più confidenziale e affettuoso, mentre, insieme ai libri, voleranno da un capo all'altro dell'oceano anche calze di nylon e generi alimentari, doni per le varie ricorrenze o semplicemente frutti della generosità di miss Hanff verso Frank, la sua famiglia e gli altri collaboratori della Marks & Co., ancora succubi del razionamento, in Inghilterra.
Nel corso dei quasi vent'anni di corrispondenza, Helene si innamora sempre più della letteratura inglese e sogna di vedere con i suoi occhi Londra e quella libreria a cui "deve così tanto", un giorno o l'altro. 

"A newspaperman I know, who has stationed in London during the war, says tourists go to England with preconceived notions, so they always find what they go looking for. I told him I'd go looking for the England of the English literature, and he said:
'Then, it's there.'"
("Un giornalista che conosco, che è stato di stanza a Londra durante la guerra, dice che i turisti vanno in Inghilterra con idee ben precise, quindi trovano sempre quello che cercano. Gli ho detto che io cercherei l'Inghilterra della letteratura inglese, e lui ha detto:'Be', è lì'.")




Purtroppo, ogni volta che riesce a racimolare la somma necessaria, un contrattempo la costringe a rimandare il viaggio. Nel frattempo, lei guarda e riguarda i film inglesi, impara le strade e si immagina nel percorrerle.

Il suo desiderio, in fine, si realizzerà, ma...



Non c'è molto altro da dire sulla trama di questo libro (anzi, forse ho già detto troppo), se non che la corrispondenza è autentica e questo ne aumenta il fascino. Non voglio rivelarvi troppo del finale, ma sappiate che spesso, la realtà è crudele quanto la fantasia di George Martin.


Di questo libro ho apprezzato in particolar modo l'amore per i libri che trasuda da ogni parola, sia di Helene che di Frank, non solo per quanto riguarda la lettura. Nelle frasi di Helene si riconosceranno tutti quelli che adorano bighellonare in libreria e sfogliare i libri per sentire l'odore delle pagine, chi passa il proprio tempo nei mercatini, alla ricerca di testi in belle vesti antiche. Un episodio in particolare mi ha colpito: a Helene piace lasciare i libri di seconda mano aprirsi a caso alla pagina più riletta dal precedente proprietario, così da poter stabilire un contatto con lui. E' una cosa che anche io faccio.

"I do love secondhand books that open to the page some previous owner read oftenest. The day Hazlitt came he opened to 'I hate to read new books', and I hollered 'Comrade!' to whoever owned it before me."
("Amo i libri di seconda mano che si aprono alla pagina che qualche precedente proprietario leggeva più spesso. Quando è arrivato Hazlitt, si è aperto alla pagina che diceva 'Odio leggere i nuovi libri', e io ho urlato: 'Compagno!' a chiunque l'abbia avuto prima di me.")

Un altro elemento che mi ha fatto affezionare a 84, Charing Cross Road, è proprio l'intelligenza divertente e ironica di Helene Hanff, talmente tanto acuta da affascinare noi così come aveva affascinato tutti i dipendenti della Marks & Co., e il contrasto che si viene a creare tra la sua indole diretta e sprezzante e la calma misurata di Frank. Come se venisse inscenato un confronto America vs. Inghilterra, mettendo in gioco tutte le caratteristiche di entrambi i paesi che, alla fine, trovano il loro punto di incontro nell'amore per la letteratura.

Mi sento, quindi, di consigliare questo libro spassionatamente a tutti voi, perché vi ci ritroverete tantissimo, in quanto lettori. E' una letteratura che si autocelebra e che sconfigge tempo, spazio e morte, nella realtà così come nella fantasia.
Se masticate un po' di inglese, leggetelo in lingua, così la personalità pungente di Helene non incontrerà la barriera linguistica della traduzione. Non è una lettura ostica, ve lo posso assicurare, perché è vera. 

In conclusione, come posso negargli i cinque Wolverine? Non posso.

Piccole note di margine. Nel 1986 dal libro è stato tratto un film, con Anne Bancroft nel ruolo di Helene e Anthony Hopkins nel ruolo di Frank. Io l'ho visto (sempre all'università) ed è carino, ma lascia un senso di incompiuto piuttosto spiacevole, rispetto al senso di vuoto che lascia invece il libro.
Vi lascio il trailer.



In più, se siete curiosi di saperne un po' di più sulla libreria del numero 84 di Charing Cross Road, c'è questo sito che ne raccoglie la storia, le foto e i racconti delle persone che ci hanno lavorato. Un modo per alleviare la tristezza lasciata dalla lettura.

La libreria negli anni '60

Allora, cosa dite? Sono riuscita ad incuriosirvi almeno un po'?
Ci tengo davvero molto a sapere cosa ne pensate di questo libro. Ci sono affezionata, ormai. :3
Let me know!







9 commenti:

  1. Siiiii mi hai incuriosita tantissimo!! *_*
    l'ho cercato per secoli in italiano ma niente, alla fine mi ero decisa a prenderlo in inglese..
    la tua recensione mi ha fatto rivenire la voglia di leggerlo, poverino era finito in fondo alla tbr.. :))

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Leggilo, Sery! Non te ne pentirai! In inglese non è per nulla difficile, se la cosa ti preoccupa :3 fammi sapere, poi *3*

      Elimina
    2. Non mancherò!
      Mi sa che lo programmo proprio per settembre!!!! *_*

      :3
      Grazie!!

      Elimina
  2. Ciao Mys! Che bella recensione! Un libro che parla dell'amore per i libri.. come potrei non leggerlo? Bello, bello, bello, non vedo l'ora di comprarlo e cominciarlo! *__*

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao, Frannie! Grazie mille :3
      Leggiloleggiloleggilo! E' un must have della libreria, assolutamente. *__*

      Elimina
  3. Ce l'ho da una vita sull'ereader (credo in italiano, ma non ne sono sicura) e ancora non mi sono decisa a leggerlo, la tua recensione mi aveva quasi convinto, ma visto che il finale non è al top temo che lo rimanderò ad un altro momento. La mia vena ottimista, buonista, fan del lieto fine, al momento, non accetta di andrare in ferie. però mi appunto che è un bel libro da leggere, così lo tengo un po' più presente.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Dru!
      Vabbè, non scontentiamo la tua vena ottimista, ma non perderti questo libro, ne vale la pena :)

      Elimina
  4. Mi hai fatto venire voglia leggerlo! :D

    RispondiElimina