lunedì 8 luglio 2013

Recensione | Hunger Games – Suzanne Collins

Buon pomeriggio, viandanti!
Dopo una lista di pro e contro, tante seghe mentali e una telefonata lunghissima con Mys, ho deciso di spostare a Settembre l’esame che mi mancava.
Sono arrivata ad un passo dall’esaurimento nervoso, proprio non ce la faccio a farlo e quindi… amen.
Anticipiamo le vacanze. Yeeeeeh!
(che poi vacanze non sono, visto che da dopodomani inizio a lavorare. Dettagli).
Dicevamo? Vacanze!
Mel e il suo stato d’animo attuale
Quindi, sono ufficialmente in ferie studio, ho mal di testa e invece di spiaccicarmi sul letto e guardarmi una bella puntata di Doctor Who, mi sono seduta al pc per scrivervi.
Che non si dica che sono una blogger irresponsabile!
Ad ogni modo, vi ricordate del tanto atteso post Hunger GamesVSBattle Royale?
Ecco, non me ne sono dimenticata. E no, non lo farò adesso.
Oggi vi parlerò nello specifico proprio del romanzo di Susanne Collins, in modo da averlo fresco fresco in mente (e da prepararvi psicologicamente allo scontro imminente!).
Pronti? Allons-y!


Hunger Games
SUZANNE COLLINS 

Hunger Games #1


 Mondadori ▲ Rilegato 370 pagine ▲ 17,00 € 

TRAMA: « Quando Katniss urla "Mi offro volontaria, mi offro volontaria come tributo!" sa di aver appena firmato la sua condanna a morte. È il giorno dell'estrazione dei partecipanti agli Hunger Games, un reality show organizzato ogni anno da Capitol City con una sola regola: uccidi o muori. Ognuno dei Distretti deve sorteggiare un ragazzo e una ragazza tra i 12 e i 18 anni che verrà gettato nell'Arena a combattere fino alla morte. Ne sopravvive uno solo, il più bravo, il più forte, ma anche quello che si conquista il pubblico, gli sponsor, l'audience. Katniss appartiene al Distretto 12, quello dei minatori, quello che gli Hunger Games li ha vinti solo due volte in 73 edizioni, e sa di aver poche possibilità di farcela. Ma si è offerta al posto di sua sorella minore e farà di tutto per tornare da lei. Da quando è nata ha lottato per vivere e lo farà anche questa volta. Nella sua squadra c'è anche Peeta, un ragazzo gentile che però non ha la stoffa per farcela. Lui è determinato a mantenere integri i propri sentimenti e dichiara davanti alle telecamere di essere innamorato di Katniss. Ma negli Hunger Games non esistono gli amici, non esistono gli affetti, non c'è spazio per l'amore. Bisogna saper scegliere e, soprattutto, per vincere bisogna saper perdere, rinunciare a tutto ciò che ti rende Uomo.  »



So.
Ho comprato questo libro poco più di un anno fa, in una libreria di Firenze.
Mi serviva qualcosa da leggere in treno (con me avevo solo il manuale di Storia del Giornalismo e, francamente, non mi sembrava proprio il caso), avevo sbirciato la trama del libro della Collins in rete e mi era sembrato interessante, così lo acquistai senza troppi pensieri.
L’ho divorato nelle cinque (o sei? Boh) ore di viaggio che ci sono volute a coprire la tratta Firenze-Napoli.
Premesse entusiastiche a parte, andiamo per grandi ed esaminiamo il libro un po’ più da vicino.

Futuro distopico.
Dopo varie guerre e vari cataclismi, la geografia dell’America è stata completamente ridisegnata. Lì dove una volta sorgevano gli Stati Uniti, adesso si trova Panem, formata dalla sfavillante Capitol City e da dodici Distretti, ognuno adibito ad un’attività specifica.
In seguito ad una rivolta che ha visto protagonisti i Distretti, originariamente tredici, contro la capitale, il governo ha deciso di istituire ogni anno gli Hunger Games, un reality show nel quale sono chiamati a partecipare un ragazzo ed una ragazza provenienti da ciascun distretto.
Dettagli aggiuntivi: i ventiquattro ragazzi vengono buttati in un’arena appositamente allestita e sono costretti a combattere fino alla morte in diretta nazionale. Potrà esserci un solo vincitore.
Motivazioni e simili: i Distretti sono stati brutti e cattivi a volersi ribellare, così Panem li costringe a vedere i propri figli morire nelle maniere più disparate. Per la serie, zitti e soccombete.
Anyway, la protagonista della nostra storia è Katniss Everdeen, abitante del Distretto 12, il più povero e malfamato (non che gli altri se la passino bene, eh. Diciamo che loro se la passano peggio dei peggio).
Orfana di padre, con una madre che ha faticato a riprendersi dal lutto ed una sorellina tanto amata quanto fragile, Katniss si fa in quattro per riuscire a mantenere la sua famiglia: le provvigioni date dallo stato non bastano, così la ragazza si improvvisa cacciatrice insieme al migliore amico Gale. Il giorno della mietitura dei settantaquattresimi Hunger Games, nel sentir chiamare il nome della sorellina come partecipante dei giochi, Katniss non esita neanche un istante e si offre volontaria.
Da lì inizierà il suo viaggio a Capitol City, con la scoperta di un mondo tanto affascinante quanto subdolo, con la voglia di fare la differenza, con lo sconforto dato dalla consapevolezza della propria condizione e con l’ignorata eccezione di non essere sola in quell’inferno.

Come si può intuire dalla premessa iniziale, ho letteralmente adorato questo romanzo, che ha rappresentato il mio primo approccio al genere distopico.
Non riuscivo proprio a staccarmi dalle pagine, dovevo assolutamente sapere come andava a finire. Come ho scritto sopra, avevo iniziato a leggerlo in treno; una volta resa conto di averlo praticamente terminato, mi sono imposta di smettere e lasciarmi almeno un paio di capitoli da leggere a casa.
Volevo prolungare la mia permanenza a Panem il più possibile, non so se mi spiego. Così, con immensa sofferenza, sono riuscita a resistere fino a che non mi sono trovata sotto le coperte.
Nel giro di un’ora l’avevo finito e già inviavo sms a Mys, tessendone le lodi.

Il mondo creato dalla Collins non è che abbia un’originalità fuori dal comune, diciamocelo chiaramente. Altri libri hanno parlato di reality show mortali, e tutta questa brama di sapere se Katniss sopravvive è un po’ ingiustificata (indizione: il libro è scritto in prima persona. Uccidere Katniss sarebbe stato un po’ controproducente).
Il modo di gestire la vicenda, però, e lo stile asciutto e senza inutili artifici retorici, hanno la capacità di coinvolgere il lettore al punto da spingerlo ad immergersi completamente negli eventi.
Complice anche l’uso, appunto, della prima persona: tutto ciò che sappiamo degli Hunger Games lo scopriamo pian piano attraverso gli occhi di Katniss, senza filtri e addolcimenti, solo con le sue idee e le sue sensazioni. Diventa difficile restare impassibili alla mietitura di Prim, o alle interminabili notti nell’arena, o alla paura immensa che ti coglie quando sai che, per sopravvivere, dovrai uccidere dei ragazzini spaventati quanto te.
Con tutta la questione di Peeta (perché sì, non ve l’ho detto ma c’è anche Peeta. Riassumiamolo brevemente: dolce, gentile, carino, spaventato, e buono, ma proprio buono, così buono che sarei voluta entrare nel libro e dargli una scrollata. Ma io non faccio testo: sono acida) e del fatto che lui e Katniss ‘fingano’ di stare insieme solo per aumentare lo share, lasciamo l’ottica di denuncia sociale e ci infiliamo nel tipico filone degli young adult, con questo accenno di triangolo amoroso (ricordate Gale, il migliore amico di Katniss? Ecco, tenetelo bene a mente, perché c’entra anche lui in tutta questa storia!), nettamente secondario ma pur sempre presente.
Insomma, un tocco di romance non guasta mai.

La caratterizzazione dei personaggi non mi è dispiaciuta per niente. Perfettamente coerenti con le caratteristiche del mondo in cui vivono, ognuno lascia qualcosa al lettore, per quanto possano essere apparsi poco o, magari, visti negativamente da Katniss.
Credo sia inutile citare Rue, a questo punto, perché lei è uno di quei personaggi che è impossibile non amare. Perciò, farò l’esempio di Cato e Clove, inizialmente additati come cattivi, quando poi non sono altro che due ragazzini che volevano tornare a casa.
La morte di Clove è una delle scene che più mi ha colpito in tutto il libro, con Cato che la tiene per mano e la supplica di restare con lui.
Momento emblematico, ti riporta bruscamente alla realtà dopo che sei stata con il fiato sospeso a sperare che Katniss non si faccia fare fuori.
Forse è proprio questo che mi ha sconvolta\conquistata così tanto: stiamo parlando di una società che resta a guardare, che fa il tifo, che scommette sulle vite di un gruppo di bambini. C’è veramente da restare senza parole.

Tirando le somme, è inutile ripetere ancora una volta quanto mi sia piaciuto questo libro. Personalmente, io ci ho trovato tutto quello che cerco in un romanzo: una buona storia, bei personaggi, suspance, un pizzico di romance, coerenza.
Certo, alcuni punti risultano prevedibili e magari avrei preferito che alcuni passaggi fossero stati più descrittivi e meno veloci, ma Hunger Games si è rivelato comunque un fulmine a ciel sereno.Mi ha catturata, sballonzolata, distrutto i miei poveri sentimenti e poi rispedita nella mia realtà sicura e priva di gente che vuole uccidermi senza troppi complimenti.

Quindi, lo consiglio un po’ a tutti. Il primo capitolo piacerà sicuramente, ho qualche dubbio sui due volumi successivi che, forse, potrebbero deludere un po’. Attenzione, però: non lo consiglio a coloro che vi si approcciano cercando lo splatter, la violenza ed i combattimenti serrati in stile Battle Royale! In quel caso, delusione assicurata: la Collins descrive qualche scena di battaglia, ma ricordatevi che Katniss si perde un po’ tutti gli scontri. Quindi, fate i vostri conti.



Informazione di cultura generale: l’anno scorso è stato rilasciato nelle sale l’adattamento cinematografico di Hunger Games, con Jennifer Lawrence nei panni di Katniss, Josh Hutcherson nei panni di Peeta e Liam Hemsworth nei panni di Gale.
Ho trovato il film un po’ sottotono rispetto al libro, con varie aggiunte prese dai romanzi successivi e un paio di parti completamente stravolte. Confido molto in Catching Fire, in uscita a Novembre. Anche perché, lo ammetto, amo Jennifer Lawrence.
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Che dea.

Weeell, penso sia tutto! Adesso però sono davvero curiosa di conoscere i vostri pareri, in attesa della sopraccitata sfida (giuro, non vi farò aspettare molto. Sto solo sondando il terreno!).
Quindi, fatemi sapere!
Ora scappo e vado a mettere alla prova le mie doti culinarie. Mio fratello vuole fare una torta, e io non posso perdere quest’opportunità di sedermi in un angolo e coordinare le operazioni (leggi: dettare ordini).
Un bacio a tutti!

11 commenti:

  1. Ho amato moltissimo anch'io la trilogia di "Hunger Games", soprattutto i primi due volumi: l'ultimo romanzo, come giustamente dicevi anche tu, è stato un po' una delusione, sotto tanti punti di vista... però la serie nel complesso mi è proprio piaciuta! ^^ Katniss è diventata il mio nuovo idolo XD; soprattutto, devo dire, da quando ho visto il film: sono una fan scatenata della Lawrence anch'io, al punto da non perdermi neanche un suo film *__*, e trovo che abbia interpretato quel ruolo pressoché alla perfezione! Sto tenendo il conto alla rovescia, aspettando l'uscita di "Catching Fire": non vedo l'oraaaa!! :P Ah, ps: leggerò il tuo post su "Battle Royale" con molto piacere... l'ho iniziato e poi interrotto un po' di tempo fa, per varie ragioni, ma ho proprio intenzione di riprenderlo, prima o poi! ^^

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    1. La Lawrence è una dea, c'è poco da fare!
      Mi è piaciuta in Hunger Games, l'ho amata ne "Il Lato Positivo" e non vedo l'ora di vederla ne "La ragazza di fuoco"!
      Grazie per essere passata, comunque! :*

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  2. Che bella recensione!
    Mi emoziono sempre quando ne vedo una così lunga e piena *-*
    Anche a me è piaciuto tantissimo Hunger games... bello bello bellissimo, appena finito non ho potuto evitare di leggere anche gli altri due!
    Adesso però so no davvero curiosa di leggere il confronto con Battle Royale, non farci aspettare troppO!
    C.

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    1. Ahahah grazie mille! Questa recensione è stata un po' un parto, mi sembrava fosse troppo entusiasta!
      Tranquilla, non vi farò aspettare troppo per il post battaglia!
      Un bacio!

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  3. Amo questo libro XD
    E' il mio preferito in assoluto :D
    P.S: Adoro Jennifer, è fantastica!! XD

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  4. Complimenti per la recensione! (E le gif che aggiungi sono bellissime. hahah)
    Ho letto la trilogia di Hunger Games appena uscì in America, grazie ad una mia amica che mi disse che lo stava leggendo.
    Devo ammettere che mi ha preso da subito, ho adorato il personaggio di Peeta e la sua idea di riuscire a rimanere se stesso.
    Ho amato anche Katniss e la sua voglia di tornare a casa anche se a volte, io, la scrollata l'avrei data a lei per certi comportamenti che aveva nell'arena.
    (E diciamo che sinceramente, Katniss mi sta un po' sul groppino.)

    L'adattamento cinematografico mi è piaciuto molto, anche se all'ultimo secondo me hanno sbagliato a montare certe riprese facendo risultare il tutto molto confuso.
    (Da dire anche che quando l'ho visto al cinema mi sono addormentata come una pera sulla poltrona, quindi potrebbero anche essere stati gli effetti del sonno), Jennifer Lawrence secondo me ha impersonato perfettamente Katniss - nonostante le mille critiche ricevute per via della non-magrezza - e Josh ha proprio il viso dolce con cui mi sono immaginata Peeta mentre leggevo i libri.
    Non vedo l'ora di vedere Catching Fire (Finnick!!!).

    Complimenti di nuovo per la recensione (e scusami il commento chilometrico! hahah)

    Sun xx

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    1. Diciamo che io Peeta ho iniziato a rivalutarlo nei libri successivi... nel primo ero troppo presa da Gale :P
      Katniss, invece, mi inizia a stare un po' sulle scatole nel terzo. All'inizio capisco il suo comportamento: tutto quello che vuole è tornare a casa. Poi, però, con tutta la questione di Peeta e Gale... mmm! :|
      Grazie mille per i complimenti e, soprattutto, per il commento lunghissimo *_____*
      Mel

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  5. Wowwwww che recensione!! È da leggere allora!!!

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  6. Hunger Games è qualcosa di fantastico, non c'è niente da fare *-*

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