Il Dono
CECELIA AHERNSIl Dono #1
▲ Rizzoli ▲ Rilegato▲ 303 pagine ▲ 9.00 € ▲
TRAMA: « Qual è il regalo più grande che puoi fare a te stesso?
“All’inizio vi ho detto che questa storia racconta di una persona che riscopre se stessa, e per la prima volta si rivela agli altri. Pensavate che parlassi di Lou Suffern, giusto?
Sbagliato. Stavo parlando di tutti noi.”
Lou Suffern è un uomo in carriera, in guerra perenne con l’orologio: per lui svegliarsi la mattina vuol dire passare direttamente “dal sonno al lavoro”; vorrebbe, dovrebbe essere sempre in almeno due posti contemporaneamente; e nella sua agenda ormai da anni non ci sono spazi vuoti: nemmeno per i suoi due bambini, che pure amano di un amore testardo quel papà che non c’è. Finché, a pochi giorni dal Natale, ogni cosa cambia. A compiere l’incantesimo è un incontro, inatteso come sanno essere a volte le cose più belle. L’incontro con un uomo misterioso, forse un imbroglione, forse un pazzo, di certo un angelo. Nella notte più magica dell’anno, Lou riceverà da lui il dono più straordinario: un po’ di quel tempo che ha così tenacemente sprecato nella sua vita frenetica, proprio mentre pensava di sfruttarlo il più possibile, dimenticando le cose e le persone importanti. Perché il tempo non possiamo comprarlo o ipotecarlo: possiamo solo condividerlo con quelli che amiamo.
Il nuovo, acclamato romanzo di Cecelia Ahern è una favola romantica, emozionante e piena di sorprese: una storia che commuove e scalda il cuore proprio come un regalo di Natale inaspettato e perfetto.»
Il nome di Cecelia Ahern è inevitabilmente legato al suo
romanzo più famoso, P.S. I Love You, e quindi è anche quasi una garanzia,
quando lo si vede sul dorso di una copertina. Nonostante ciò, io nutro sempre
un certo scetticismo di base verso i suoi romanzi perché, in qualche modo, li
collego alle commedie americane romantiche dal finale scontato.
Cecilia Ahern, però, con questa storia mi ha smentito.
Il romanzo si apre con una scena piuttosto insolita: è la mattina di Natale; un
ragazzo sta portando il tacchino a casa ma si ferma a guardare, attraverso una
finestra, una deliziosa scenetta familiare. All’improvviso, decide si rompere l’incanto
sfondando il vetro con il tacchino congelato.
Il “ragazzo del tacchino” viene portato in commissariato e, mentre aspetta l’arrivo
di sua madre e delle conseguenze delle sue azioni, l’agente Raphie gli racconta
la storia di Lou Suffern.
Lou è un uomo d’affari, con una carriera aperta davanti a sé e l’agenda piena. E’ sempre in due posti contemporaneamente,
ma tutta la sua dedizione è per il lavoro: trascura la sua famiglia, che pure
lo ama. A pochi giorni da Natale, Lou incontra Gabe, un barbone che, per
qualche motivo, lo colpisce. E lo colpisce al punto che Lou gli offre un posto
nella sua azienda. Il rapporto tra i due diventerà sempre più strano –sembra che
sia Gabe a tenere a Lou più che il
contrario- finché, la notte della Vigilia, Lou riceverà da Gabe un dono che
cambierà la sua visione della vita.
Alla fine, la cornice iniziale che vede come protagonisti il ragazzo del tacchino
e gli agenti Raphie e Jessica confluirà con la storia di Lou verso il messaggio
finale: condividere il tempo con le persone che amiamo, senza sprecarlo, perché
il tempo è un dono e, una volta buttato via, non ci verrà restituito.
Il romanzo si presenta come una “storia di Natale”: mi è stato fin troppo
facile identificare Lou con il signor Scrooge e Gabe con uno dei fantasmi che vanno a fargli visita (o magari tutti e tre)
ma, più andavo avanti nella lettura, più capivo che mi sbagliavo. Lou non è “avido”,
al contrario: crede di stare agendo per il meglio, non solo di sé stesso, ma
anche della sua famiglia, cercando di offrire loro una vita fatta di agi, pur
essendo un uomo che commette un sacco di errori.
Una piccola menzione va al personaggio di Gabe che sembra sospeso tra il ruolo
di angelo custode e quello di uomo che
ha commesso gli stessi errori di Lou e che evitargli la sua stessa fine. Mi ha
colpita anche il rapporto che si crea tra lui e Lou: una sorta di odi et amo,
un’altalena tra ammirazione e competitivo risentimento da parte di Lou contrapposta
a un affetto paterno da parte di Gabe.
Personalmente adoro come Cecelia Ahern sia in grado di impregnare
la vita quotidiana di magia, senza farci perdere il contatto con la realtà, in
modo da rinnovare delle storie che, a primo acchito, sembrano “già lette”.
Un ultimo piccolo appunto va allo stile dell’autrice: una prosa delicata, fatta di
metafore e immagini poetiche che però non appesantiscono la narrazione, che ben
si coniuga con le storie che racconta.
Ve lo consiglio: vi farà sorridere e vi farà riflettere.
Ecco un altro libro da leggere! La mia WL è infinita! XD
RispondiEliminaSpero comunque di leggerlo presto! :)